BCE, bene la crescita ma attenzione ai dazi

Dalla BCE e dal suo presidente Mario Draghi arrivano buone notizie in merito alla crescita, ma anche un monito: è necessario fare attenzione a ciò che i dazi imposti da Donald Trump potrebbero creare. In fin dei conti, non è una novità il pensiero del finanziere in merito al protezionismo.

Un atteggiamento di questo genere infatti potrebbe portare ad una reazione a catena in grado di limitare la crescita, anche dell’Eurozona. Come Mario Draghi ha spiegato, azioni unilaterali sul commercio estero sono da considerare pericolose ed ha sottolineato :

Se metti tariffe contro i tuoi alleati, ci si chiede “chi sono i nemici?

Una domanda che nei prossimi mesi siamo sicuri troverà risposta. Intanto, tornando all’Europa ed alla sua tenuta economica, sembra che nonostante la conferma della necessità di mantenere al momento i tassi invariati ci sia anche una possibilità di chiusura del programma di quantitative easing: è stato infatti eliminato dal dossier la frase che apre al suo allungamento in caso di necessità e sarà l’inflazione con il suo andamento a dettare le tappe di questo viaggio verso lo stop all’acquisto di titoli di Stato da parte della BCE. Secondo il report europeo la sua crescita dovrebbe avvenire al ritmo dell’1,4% nel 2018 e nel 2019 (lieve riduzione rispetto all’1,5% stimato a novembre, N.d.R.) e dell’1,7% nel 2020.

Sulla crescita Mario Draghi conferma le buone notizie archiviate nei mesi passati:

I dati ci confermano la forte e diffusa spinta della crescita dell’Eurozona, attesa nel breve termine a tassi più forti del previsto. Il Pil dell’eurozona dovrebbe crescere del 2,4% nel 2018, dell’1,9% nel 2019 e del’1,7% nel 2020. [Il Pil rispetto alle proiezioni di dicembre] è stato rivisto al rialzo nel 2018 e rimane invariato per gli anni successivi.

 

E non è mancato un monito nei confronti delle forze politiche che in Italia hanno vinto le elezioni: l’euro è un processo irreversibile.