Migliori e peggiori banche italiane 2013

 Anche se le banche italiane festeggiano calo dello spread con buone performance borsistiche, Exane Bnp Paribas ritiene che non tutti i titoli bancari quotati a Piazza Affari abbiano le stesse chance di mettere a segno risultati soddisfacenti nei prossimi mesi. Gli esperti del broker transalpino sottolineano che “nonostante la redditività delle banche italiane sia influenzata da driver comuni, dato che i loro business model sono simili, la sostenibilità degli utili non è uguale”. Nel comparto bancario italiano Exane ritiene che ci siano solo poche “gemme preziose”.

Tra queste c’è Bca Pop Emilia Romagna, top pick per il broker francese tra le mid cap del settore bancario italiano. Exane valuta le azioni Bper con rating “outperform” e target price a 8,3 euro, per cui vengono individuati ampi margini di upside futuri. Tra le big piace Banco Popolare, che continua a scambiare su valori molto bassi: il rating assegnato è “outperform” con prezzo obiettivo limato a 1,65 euro da 1,9 euro.

Piace anche Bpm, dove però l’appeal speculativo è determinato dal non semplice processo di trasformazione in Spa. Qui il rating è sempre “outperform”, il target price 0,65 euro. Su Credem, invece, il giudizio è stato abbassato a “neutral” da “outperform” per motivi valutativi, con target price sforbiciato a 4,65 euro da 4,9 euro. La banca emiliana viene però giudicata solida e con buona redditività.

Tra i titoli bancari sconsigliati da Exane, che vengono etichettati come “zirconi” o “carbone”, ci sono i big Unicredit, Intesa SanPaolo e Ubi Banca. Per la banca di Piazza Cordusio il rating resta “underperform” e il target 3,6 euro. Ca’ de Sass viene preferita a Unicredit, ma il giudizio è appena “neutral” con target a 1,4 euro. Su Ubi Banca viene tagliato a 3,5 euro da 4,4 euro. Il titolo peggiore per Exane resta Mps. Secondo gli esperti del broker francese, Mps è come il “carbone”, ma non si trasformerà mai “in diamante lungo i millenni”. Mps vale 10 centesimi secondo Exane e non riuscirà a distribuire dividendi prima del 2019.