Nuovi mercati emergenti: Vietnam

Nell’ultima edizione del magazine di Credit Suisse, il Global Investor, viene affrontato il tema dei mercati di frontiera, mercati con una crescita inferiore rispetto ai cosiddetti paesi emergenti, ma che vantano potenziali capacità di commercio e sviluppo e che potrebbero rappresentare un ottimo investimento, per chi considera i BRIC ormai non più convenienti.

Gli ultimi 6 anni hanno visto un balzo in avanti incredibile dei BRIC, che trainati principalmente dalla Cina, hanno attirato un enorme mole di investimenti stranieri ed offrono opportunità interessanti anche come mercati interni, data la veloce crescita dei consumi. La loro crescita potenziale resta alta ma non è più “dinamica” come lo era un tempo, allora una soluzione potrebbe essere quella di scovare paesi in via di sviluppo, anticipando i tempi.

Per permettere agli investitori di individuare quali sono questi paesi Credit Suisse ha elaborato un indice che si basa sul benessere della popolazione, il potenziale macroeconomico, lo sviluppo dei mercati finanziari e la stabilità politica.


Tra questi paesi troviamo il Perù, il Kazhakistan, l’Ucraina, il Vietnam, il Marocco, Colombia, Ghana, Nigeria. Il vantaggio non consiste più solo nell’abbattimento di costi che si ottiene impiantando sul loro territorio stabilimenti produttivi e sfruttando la manodopera a basso costo. E’ possibile anche investire sulle loro piazze finanziarie od intrattenere con loro rapporti commerciali.

Tra i paesi citati quello che costituisce meno degli altri una sorpresa è forse il Vietnam. Nel 2007 gli investimenti diretti hanno raggiunto la cifra record di 20 miliardi di dollari (+8% rispetto al 2006), l’economia è cresciuta dell’8,5% e la capiatalizzazione in borsa ha rappresentato il 45% del Pil. Le aree che maggiormente destano interesse sono quella dell’elettronica e quella manifatturiera.

Il Vietnam inoltre beneficia di una forza lavoro giovane (70% hanno meno di 35 anni) ed istruita, in grado di incrementare ancora i consumi interni. Ad oggi in Vietnam sono attivi più di 3000 progetti e iniziative finanziate da 70 diverse nazioni, tra cui anche l’Italia, anche se quest’ultima non figura tra i principali paesi presenti.

I rischi a cui uno va incontro decidendo di investire in questi paesi sono spesso la corruzione, la burocrazia non ancora abbastanza snellita e talvolta l’instabilità politica, ma d’altra parte usufruisce spesso di incentivi e sgravi fiscali e ha la possibilità di investire in piazze finanziarie ancora poco influenzate dalle oscillazioni internazionali.

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