Apple evasione fiscale da 74 miliardi di dollari

 Secondo quanto dichiarato dalla sottocommissione permanente di indagine del Senato americano, il colosso hi-tech Apple avrebbe messo a punto una maxi evasione fiscale negli Stati Uniti e in altre parti del mondo evitando di pagare decine di miliardi di dollari di tasse attraverso l’implementazione di una complessa organizzazione societaria, all’interno della quale le divisioni oltreoceano non erano residenti in alcun posto del mondo. L’amministratore delegato Tim Cook è stato subito convocato dalla sottocommissione che si è occupata delle indagini e già oggi sarà interrogato per chiarire altri aspetti della vicenda.

Apple registra utili in calo per la prima volta dopo 10 anni

 Il secondo trimestre fiscale di Apple si è chiuso con il primo calo degli utili della società californiana degli ultimi dieci anni, anche se la riduzione dei profitti è stata inferiore alle aspettative degli analisti finanziari. L’utile netto è sceso a 9,5 miliardi di dollari, in calo dagli 11,6 miliardi registrati dodici mesi prima. Il fatturato è cresciuto dell’11,2% a 43,6 miliardi di dollari da 39,2 miliardi. In forte calo la marginalità, che è probabilmente la variabile in grado di spiegare il crollo del titolo sul Nasdaq negli ultimi mesi.

Apple crolla sotto 400$ ai minimi da dicembre 2011

 Continua il pessimo momento per le azioni Apple, che ieri hanno chiuso la seduta di borsa con una flessione del 5,5% a 402,8 dollari. I prezzi sono scesi fin sotto 400 dollari, toccando il minimo più basso da dicembre 2011 a 398,11 dollari. Il crollo di Apple ha trascinato l’intero listino azionario dei titoli tecnologici Nasdaq-100, che ha chiuso con un calo dell’1,99% a 2,781,98 punti. Il comparto hi-tech continua a mostrare una certa debolezza dopo la pubblicazione della trimestrale di Intel di martedì a mercati chiusi.

Twitter vale 12 miliardi dopo offerta BlackRock

 Il momento attuale non è di certo favorevole per il mercato hi-tech, che continua a essere trascinato al ribasso dal costante calo del titolo Apple che tra l’altro ha perso anche il primato di società più capitalizzata del mondo. Ad ogni modo le valutazioni restano sempre molto elevate. Sebbene il valore delle azioni della società di Cupertino sia sceso del 60% dai top assoluti di 705$, toccati circa quattro mesi fa, la valutazione del leader del micro-blogging, ovvero Twitter, sembra andare nella direzione opposta.

Apple sui minimi a 10 mesi dopo downgrade Citi

 La banca d’affari americana Citigroup ha deciso di tagliare la sua raccomandazione sul titolo Apple, abbassando sia il rating che il prezzo obiettivo. Secondo gli analisti finanziari di Citi, le azioni della società hi-tech di Cupertino non sono più da comprare. Il rating passa a “neutral” dalla precedente valutazione “buy”. Abbassato anche il target price, che in precedenza era di 675 dollari per azione. La nuova valutazione assegnata da Citi alle azioni Apple è di 575 dollari. Ieri nel pre-market Apple quotava addirittura sotto 500 dollari, poi ha aperto a 508,92 dollari.

Investire in Apple dicembre 2012

 A partire dal prossimo anno, Apple tornerà a fabbricare i Mac negli Stati Uniti per la prima volta dagli anni Novanta. La società di Cupertino aveva spostato quasi tutta la produzione in Asia per beneficiare dei bassi costi del lavoro. Ora l’azienda con la maggiore capitalizzazione di mercato al mondo vuole puntare a un ruolo di leadership nella campagna di reindustrializzazione degli Stati Uniti, così i suoi pc torneranno ad essere made in USA. Intanto, a Wall Street, il titolo Apple ha chiuso ieri con un rialzo dell’1,57% a 547,24 dollari.

Titolo Apple vale 1.000$ secondo FBN Securities

 Le azioni Apple non smettono mai di stupire e continuano ad ottenere risultati straordinari, in linea con le innovazioni tecnologiche che la società di Cupertino continua a presentare ai suoi milioni di clienti. Ieri il titolo Apple ha toccato un nuovo massimo storico a 685,5 dollari, chiudendo poi la seduta con un progresso dell’1,97% a 682,98 dollari. Il boom in borsa del titolo, che ha di gran lunga la capitalizzazione di mercato più alta del mondo, sta galvanizzando gli analisti finanziari che continuano a fornire target price altisonanti.

Titolo Stm bocciato da Deutsche Bank

 Il titolo STMicroelectronics ha subito una nuoba bocciatura da parte degli analisti finanziari, dopo i recenti downgrade arrivato da Exane ed Ubs. Questa volta è toccato a Deutsche Bank porre la scure sul titolo Stm, a causa della riduzione delle stime su ricavi e redditività per il biennio 2012/2013. La banca d’affari tedesca ha tagliato il target price di Stm a 3,9 euro dalla precedente valutazione di 4,2 euro, che corrisponde così ad un downgrade del 7,7%. Deutsche Bank ha però confermato il rating a “hold”, ovvero mantenere le azioni in portafoglio.

Microsoft in perdita per la prima volta dal 1986

 Non accadeva dal 1986, anno della quotazione in borsa. Era già nell’aria, ma ieri c’è stata l’ufficialità: Microsoft Corporation ha chiuso il secondo trimestre 2012 in rosso. La perdita è pari a 192 milioni di dollari. In realtà, ad inizio luglio, il colosso di Bill gates aveva comunicato ai mercati di aver proceduto con una maxi-svalutazione da 6,2 miliardi di dollari di un asset acquistato nel 2007, ovvero la aQuantive, gruppo specializzato nella distribuzione di annunci digitali online che fu acquistato per 6,3 miliardi di dollari.

Strategia gruppo Zucchetti per battere la crisi

 La recessione globale, la pressione del fisco, il peso della burocrazia, la domanda in forte calo sono fattori che stanno mettendo in grandi difficoltà numerose aziende italiane. Tuttavia, ci sono aziende – soprattutto di piccola o media grandezza – che sono riuscite ad andare oltre la crisi grazie a strategie molto chiare e obiettivi precisi da raggiungere. Un caso molto interessante è quello del gruppo Zucchetti, leader in Italia nel software gestionale e prima società di informatica italiana dopo le grandi multinazionali del settore hi-tech.

Target Nokia tagliato da Nomura

 Il broker giapponese Nomura ha deciso di abbassare il target price del colosso finlandese dei telefonini Nokia. Gli esperti della casa d’affari nipponica hanno deciso di tagliare il prezzo obiettivo a 2 euro da 3,2 euro per azione. Le forbici di Nomura su Nokia hanno praticamente tagliato del 60% il potenziale upside per il titolo, che continua a soffrire molto alla borsa di Helsinki. La quotazione di Nokia è attualmente sotto i 2 euro per azione e venerdì la chiusura del titolo alla borsa finalandese era stata negativa dell’1,33% con chiusura a 1,933 euro.

Target price Facebook 40$ secondo Nomura

 Il broker nipponico Nomura ha avviato oggi la copertura sul titolo Facebook, che si è quotato sul listino azionario americano Nasdaq lo scorso 18 maggio a un prezzo di collocamento fissato a 38 dollari per azione. Dal primo giorno di quotazione, però, è avvenuto un clamoroso calo del titolo che dai massimi di 43,1 dollari è sceso fino a 25,52 dollari, che al momento resto il minimo storico toccato lo scorso 6 giugno. Da allora il titolo Facebook si è ripreso e ieri ha toccato per la prima volta dal 25 magggio scorso quota 32,5 dollari.

Titolo Nokia ai minimi dal 1996 dopo taglio 10mila dipendenti

 Stephen Elop, ceo di Nokia, le sta provando tutte per rilanciare il colosso finlandese attivo nel settore dei telefonini e ormai in declino da qualche anno. Ieri alla borsa di Helsinki il titolo Nokia è precipitato del 17,69% a 1,829 euro sui minimi più bassi dal 1996. La capitalizzazione del gruppo finlandese è scesa sotto i 10 miliardi di euro, ma nel 2000 era addirittura a 300 miliardi. Da inizio anno il titolo Nokia ha perso il 107% del suo valore alla borsa di Helsinki.

Nasdaq rimborsa investitori per Ipo Facebook

 Il gruppo Nasdaq Omx, che controlla la borsa dei titoli hi-tech, ha stanziato 40 milioni di dollari per rimborsare broker e investitori che hanno subito danni a seguito del temporaneo “black-out” degli scambi nella mattina dell’atteso collocamento azionario di Facebook. L’amministratore delegato del Nasdaq, Robert Greifeld, porgerà le sue scuse ufficiali per i problemi tecnici causati dal sistema di scambio del Nasdaq, che hanno complicato non poco l’Ipo di Facebook avvenuta lo scorso 18 maggio. Si tratta di un rimborso parziale rispetto alla perdita complessiva di 100 milioni di dollari subita dai vari Ubs, Citadel, Citigroup, Knight Capital Group e altri ancora.