Sudest asiatico: si riducono Pil e inflazione

 L’inflazione e’ scesa in Cina al 2,4% a novembre, toccando il minimo da 22 mesi. Gli analisti si aspettavano un rallentamento al 3% dal 4% registrato a ottobre. Il dato, notano gli economisti, da’ nuovi spazi alla banca centrale nell’allentamento delle condizioni di politica monetaria. Diminuiscono i consumi e ciò ha portato le imprese a ridurre i prezzi. I consumi si sono ridotti anche conseguentemente al calo delle esportazioni made in China che hanno registrato una flessione del 17,9%, la piu’ ampia flessione dal 1993.

L’economia dell’Est asiatico continuerà a rallentere il passo nel 2009, risentendo della crisi del credito che frena i flussi di capitale e gli investimenti. Questo secondo una stima della Banca Mondiale, che indica una crescita del Pil pari al 5,3% nel 2009 contro il +7% del 2008 e una media del 9% negli ultimi dieci anni. Nello specifico sono stati rilevati i seguenti dati: frenata a +3,8% per il Sudest asiatico (+5,2% nel 2008), a +7,5% per la Cina (+9,4%) e a +2% per la Corea del Sud (+3,9%). Stabile a +6,5% il Vietnam. Non solo frenata ma vero e proprio rallentamento in Giappone (-0,1% contro il +1% del 2008).

Alcuni economisti asiatici avevano sostenuto che non ci fosse motivo di preoccuparsi di un rallentamento economico che giudicava positivo per il raggiungimento di un tasso di crescita più sostenibile dopo il +11,9% registrato dal Pil lo scorso anno. Esiste però la possibilità di aver sottostimato l’indebolimento dell’economia iniziato con il fallimento di Lehman Brothers a metà settembre.

In Giappone le aziende tagliano gli straordinari dei lavoratori dipendenti e mandano a casa i precari, che ormai contano per il 40 per cento degli occupati, crollano i bonus di fine anno. Le prime stime dicono che nel 2009 le assunzioni di neolaureati da parte delle grandi aziende manifatturiere e finanziarie scenderanno dell’1,4 per cento. Possiamo veramente affermare che il Giappone è in recessione. Il suo prodotto lordo è sceso dello 0,9 per cento nel secondo trimestre dell’anno e dello 0,1 nel terzo. Tuttavia in Giappone la crisi finanziaria non ha colpito come negli Stati Uniti e in Europa poichè non sono stati concessi in maniera massiccia mutui subprime e relativi titoli annessi.

Lascia un commento