Paesi emergenti trainati dalle commodities

Le borse dell’area Asia-Pacifico registrano il segno più, sostenute dal ritorno degli acquisti su greggio e oro e dal dato sulla creazione di posti di lavoro nel settore privato Usa.

I paesi emergenti si sono integrati meglio nell’economia globale nel corso degli ultimi anni grazie ai forti aumenti dei prezzi delle commodities e al miglioramento sia delle politiche che delle istituzioni

si legge nel rapporto del Fondo Monetario Internazionale. Nel primo trimestre del 2008, l’oro e le principali commodities hanno ulteriormente incrementato i propri valori di riferimento. Basti osservare l’ andamento del greggio, costantemente scambiato oltre il limite registrato nel 1980, al di sopra dei 100 dollari al barile. In Rialzo anche l’oro. Al Comex il future ha toccato il massimo degli ultimi giorni a quota 925 dollari l’oncia. Tra le materie prime agricole i semi di soia vedono il future in progresso dell’1,6% a 1277 centesimi (12,77 dollari) per bushel.


Al contrario, il gruppo di strumenti che ha conseguito i risultati peggiori è quello degli Emerging Markets: l’iPath MSCI India Index ETN ha chiuso il trimestre in calo del 32,6%. Tale risultato negativo non ha risparmiato neanche il mercato cinese. Il credit crunch ha portato al ribasso gli indici che fotografano l’andamento dei titoli delle principali istituzioni finanziarie statunitensi: l’iShares Dow Jones US Broker Dealers si riduce del 27%, il KBW Capital Markets ETF del l 24,4%. Nel settore immobiliare, lo SPDR S&P Homebuilders ETF ha chiuso il trimestre in crescita del 12,4%, mentre il Vanguard REIT Index ETF ha ottenuto un +2,3% dopo aver chiuso il trimestre precedente in calo del 16%.

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