Calate negli ultimi cinque anni le ore di cassa integrazione

Tutto sommato, i numeri sono positivi anche se la crisi rimane forte e profonda. Il mercato del lavoro, però, pare mostrare i primi cenni di miglioramento anche a giudicare dai recenti rapporti riguardanti le ore autorizzate di Cig.

Di cosa si tratta? Ad agosto si è chiuso il quinquennio in corso della cassa integrazione: in questi cinque anni, spiega un rapporto della Cgil, sono state autorizzate 5,176 miliardi di ore di Cig: interessate oltre 500mila posizioni lavorative a zero ore l’anno. I lavoratori coinvolti a zero ore sui 5 anni hanno sofferto una perdita di reddito di oltre 40 mila euro al netto delle tasse.

La mancata produzione al sistema economico legata alla cassa integrazione ha provocato una perdita di reddito complessivo per oltre venti miliardi di euro al netto delle tasse, si legge nel rapporto della Cgil, “ma le perdite sarebbero state ancora maggiori se la Cig non avesse svolto il suo compito, tamponando la crisi economica ed industriale più pesante dal dopoguerra ad oggi, consentendo di mantenere in vita occupazione e aziende, permettendo al sistema produttivo di restare in standby ma vivo e in attesa di una ripresa”. Ma, come afferma il sindacato, “si poteva e si doveva fare molto di più da subito, se la crisi già evidente dal 2008, non fosse stata colpevolmente ignorata, da molti personaggi politici fino a ieri al governo del Paese”. Questo quinquennio di cassa integrazione “si chiude comunque con un trend in netto miglioramento, evidente in questi mesi del 2015, dove si consolida una riduzione delle ore di Cig, segno del progresso nei parametri economici, ma per attraversare il deserto c’è ancora molta strada da fare”.

Osservando infatti i primi otto mesi del 2015, i lavoratori in Cig hanno perso complessivamente oltre 1 miliardo e 750 milioni di euro del reddito al netto delle tasse, mentre ogni singolo lavoratore in cassa integrazione a zero ore per tutto il periodo ha subito una riduzione del salario al netto delle tasse di circa 5.300 euro”.