Tagli al vitalizio, la manovra Monti tocca il Parlamento

 Il governo Monti ha come obiettivo il risanamento del debito italiano, questo é ormai un dato di fatto. Dopo aver proposto l’inserimento nella costituzione dell’obbligo i pareggio di bilancio, il Parlamento é stato chiamato a dare risposte concrete sulla necessità di operare tagli importanti sui costi della politica. Basta con i vitalizi ai parlamentari: é accettabile che dopo pochi anni di servizio in Parlamento si percepisca quella che é a tutti gli effetti una pensione, quando la realtà degli italiani é ben diversa? Venti, trenta e anche quaranta anni di lavoro per ottenere la famigerata pensione, mentre per i parlamentari bastano pochi anni. In seguito all’incontro con il ministro del welfare Elsa Fornero, i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, hanno annunciato l’adozione del metodo contributivo nel calcolo dei vitalizi, questo potrebbe avvenire già a partire da gennaio 2012.

Al momento, con il sistema retributivo  il vitalizio viene calcolato sulla base della media della retribuzione degli ultimi dieci anni al momento di andare in pensione, ma presto si procederà con il calcolo della pensione in base ai contributi di fatto versati negli anni di lavoro, come avviene di norma per gli altri lavoratori. Il sistema contributivo sarà adottato in pieno nei confronti di deputati e senatori che siederanno sulle poltrone parlamentari a partire dal 2012. Proprio così, la proposta del governo in realtà era quella di eliminare il vitalizio sin da subito anche per i parlamentari  attuali, ma come é facile immaginare c’è stato quasi un plebiscito di no.

Ah sì? Io credevo me ne mancassero sette – dice Irene Pivetti, quando le si chiede un parere sulla sua pensione tra un anno andata in fumo – Pensavo di dover andare a 55…. Non mi dispiace, mi sembra del tutto logico, lo trovo normale. La verità è un’altra: ci sono altre caste che non vengono toccate. Il parlamento è l’unico che paga perché eletto dal popolo. Mi riferisco a quelli che hanno liquidazioni da favola. I grand commis pubblici. Liquidazioni da favola che potrebbero mantenere tre generazioni.

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