Ancora mutui subprime: Bernanke ammette la crisi

Le borse mondiali da quando sono venuti a galla i primi default di alcune società e fondi hedge americani che hanno puntano sul comparto subprime, hanno subito violenti scossoni, a causa della crisi del comparto immobiliare statunitense. Le conseguenze sono molteplici:

Inoltre gli effetti negativi non sono rimasti confinati al settore finanziario ma avrebbero sconfinato nell’economia reale, attraverso il valore delle attività e l’avvallabilità del credito.

Afferma Ben Bernanke . Negli Stati Uniti è previsto un taglio non indifferente dei posti di lavoro nel settore bancario per i prossimi 12-18 mesi. L’industria bancaria americana tagliera’, nel corso dei prossimi 12-18 mesi, circa 200.000 posti di lavoro. La riduzione dell’occupazione e’, secondo quanto afferma uno studio della Celent, una risposta alla crisi dei mutui subprime.


Essa continua a tenere banco anche in Europa tanto che le banche nel vecchio continente continuano ad avere grandi difficoltà. L’istituto di credito svizzero Ubs, che più di altri ha risentito dei problemi determinati dai mutui subprime ha comunicato una perdita di circa 12 miliardi di franchi svizzeri (circa 7,64 miliardi di euro) nel primo trimestre 2008, con nuove svalutazioni per 19 miliardi di dollari (circa 12,1 miliardi di euro). Quali sono ancora i risvolti? E’ calata la fiducia tra gli istituti di credito che chiedono tassi più elevati per prestare i soldi a altre banche visto che il grado di esposizione sui subprime dei singoli operatori non è ancora precisamente conosciuto e si potrebbero avere sorprese non poprio gradite. Il calo di fiducia tra le banche ha fatto balzare l’Euribor, il tasso interbancario appunto e di conseguenza, le rate dei mutui a interesse variabile che sono legate a questo parametro.