FED: l’incertezza del Trumpismo frena i tassi

E alla fine il Trumpismo è arrivato, con l’insediamento di ieri, e nonostante i mercati si erano dimostrati finora fiduciosi, ieri hanno chiuso con molte perplessità. Altrettanto ha fatto la Federal Reserve, che attraverso il presidente Yellen, frena sulla ripresa economica. Il PIL cine se è sceso al livello di 25 anni fa, e la banca centrale americana teme un pericolo inflazione, a causa della nuova politica economica del neopresidente.

L’obbiettivo è quindi quello di una politica monetaria di rialzo dei tassi, ma molto graduale, in modo da tenere sotto controllo gli indici e muoversi con cautela, per far fronte a tutti gli eventuali sviluppi, sia interni che esteri. Le borse europee hanno chiuso con piccoli ribassi, molto lievi, ma che indicano in sostanza una certa attesa per la nuova amministrazione americana.

Ancor meno fiduciosa Christine Lagarde, del FMI, che parla di fosche previsioni che potrebbero portare ad un 2017 ancor peggiore dell’anno appena passato. Le reazione delle valute alle dichiarazioni dell’establishment finanziario mondiale non si sono fatte attendere, con il dollaro e la sterlina indebolite sull’euro, ma non sullo yen. Non sembra volersi arrestare invece l’export tedesco, ancora positivo, mentre peggiori delle previsioni sono risultate le vendite della Gran Bretagna.