Airbus-Eads: il cambio euro dollaro li soffoca

L’apprezzamento dell’euro e le difficoltà finanziarie hanno colpito pesantemente la Eads-Airbus, il gruppo aerospaziale europeo. Il 2007 si è chiuso in perdita: la differenza al netto rispetto allo scorso anno è stata di 446 milioni di euro. Ad influire sul rosso, superiore alle aspettative, la debolezza del dollaro e i ritardi nelle consegne del jumbo A380.

L’utile operativo è stato di soli 52 milioni (nel 2006 era stato di 399). Eads è apparsa comunque fiduciosa sul fatto che nel 2008 i conti potessero migliorare. Ma i problemi non sono finiti qui: Eads era in trattativa per vendere tre stabilimenti tedeschi al OHB/Mt Aerospace, ma il riassetto non è riuscito. L’obiettivo di Airbus era che Ohb, una volta acquistati gli stabilimenti, vi investisse per ammodernarli; in cambio Airbus avrebbe condiviso i contratti di lavoro, in modo da raggiungere una netta riduzione dei costi. In pratica si tratterebbe di esternalizzare cosicchè gli acquirenti degli stabilimenti diventerebbero fornitori.

Ohb non solo non ha racimolato i capitali necessari, ma ha anche valutato la non convenienza di una tale operazione (con contratti in dollari) dato l’attuale cambio. Eads sta cercando di fare la solita cosa con alcuni stabilimenti in Francia ed in Gran Bretagna: la buona riuscita di queste operazioni è fondamentale per il gruppo aerospaziale. Se non dovessero andare in porto, come è successo con quelli tedeschi, Airbus dovrebbe sostenere tutte le spese da sola, causando così un ulteriore peggioramento dei conti.


Eads-Airbus ha attribuito praticamente tutte le colpe delle difficoltà finanziarie all’apprezzamento dell’euro ed ha addirittura sostenuto di perdere 1 miliardo di euro ogni 10 centesimi di apprezzamento sul dollaro della moneta europea. Non si è limitato neanche nel criticare la Banca Europea e la sua politica monetaria, colpevoli di “soffocare l’industria”. Gallois, amministratore delegato di Eads, che già aveva parlato della necessità di delocalizzare la produzione fuori dall’Europa, ora parla della necessità di “fuggire all’estero per salvarsi”.

La compagnia aerospaziale costruisce in Europa, o almeno qui assemblea, pagando in euro, mentre le sue maggiori vendite sono in Usa, quindi guadagna in dollari. In Usa appunto dove ha appena ottenuto una maxi commessa dal Pentagono, per la fornitura di aerocisterne per il valore di 40 miliardi di dollari ( quindi 25 miliardi di euro circa).

Eads è nata dalla fusione della francese Aerospatial Matra e la tedesca Dornier e Daimlerchrysler e la spagnola Construcciones Aeronauticas, quindi Airbus. Un gruppo europeo a tutti gli effetti, con sede legale in Olanda, che avrebbe voluto dare vita ad una golden share per proteggersi dagli investimenti stranieri, limitandoli al 15%, cosa che ha fatto subito intervenire la Ue, “non c’è spazio per le golden share“.

Intanto indiscrezioni di un possibile investimento nella scoietà da parte di un gruppo di cinesi ha fatto guadagnare ad Eads il 3% alla Borsa di Parigi.

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