Moody’s declassa le obbligazioni di KBC dopo la prima perdita trimestrale della compagnia belga

 KBC Group NV, maggior compagnia per volume di mercato del Belgio per quanto riguarda i servizi finanziari, ha annunciato che le annotazioni relative agli investimenti strutturati costringeranno la società a tagliare i profitti del quarto trimestre di circa 900 milioni di euro. Tale ribasso è la conseguenza del declassamento da parte di Moody’s Investors Service di alcune obbligazioni debitorie detenute dalla stessa KBC. La società belga, la quale ha già ottenuto ben 3,5 miliardi di euro dal governo della nazione europea per poter far fronte alla crisi del credito, ha riportato lo scorso novembre la sua prima perdita trimestrale da quando la compagnia è stata creata, a seguito di una fusione, nel 1998.

Secondo Ivan Lathouders, analista economico presso la Bank Degroof di Bruxelles:

KBC è sempre stata molto proattiva e trasparente per quanto riguarda la sensibilità dei suoi profitti nei confronti dei cambiamenti nel valore degli investimenti.

In relazione invece agli andamenti borsistici del titolo, la compagnia belga ha guadagnato 54 centesimi di euro, vale a dire il 2,6%, chiudendo a quota 21,59 euro alla borsa di Bruxelles (il Brussels Stock Exchange, meglio noto come Euronext Brussels): in tal modo KBC ha potuto vedere il suo valore aumentare fino a 76 miliardi di euro.

Anche il Giappone punta al solare: pronti miliardi di yen da Kaneka per potenziare la produzione

 Kaneka Corp., importante compagnia del Giappone attiva nella produzione di resine sintetiche, ha intenzione di investire una cifra almeno pari a 10 miliardi di yen (111 milioni di dollari) al fine di poter raddoppiare la propria capacità di cellule fotovoltaiche: l’investimento si è reso necessario a causa della crescente domanda all’interno della nazione asiatica di nuove fonti di energia. La capacità di produzione per quanto riguarda gli stabilimenti, in particolare quello situato nella prefettura di Hyogo, nel Giappone occidentale, dovrebbe in tal modo crescere fino a 150 megawatt, partendo da una condizione di 70 megawatt nell’estate del 2010, secondo quanto riferito dalla compagnia asiatica, la quale ha sede nella città di Osaka, in una dichiarazione nel suo sito web. Tra l’altro, la stessa Kaneka sta valutando e considerando l’opportunità per una ulteriore espansione della propria capacità di produzione all’estero: in tal caso si prevede di raggiungere 1 gigawatt a partire dal 2015.

La società asiatica sta dunque seguendo l’esempio di Sharp Corp. e dell’unità tedesca di produzione di cellule fotovoltaiche Robert Bosch GmbH per quanto riguarda l’aumento della capacità produttiva, al fine di venire incontro alla sempre maggiore domanda di energia alternativa. Sharp, seconda azienda produttrice al mondo, Enel Spa e un’altra compagnia europea stanno ora progettando di costruire un importante impianto per la produzione di energia solare in Italia: inoltre, l’unità della Bosch, Ersol Solar Energy AG, sta lavorando alla pianificazione di una spesa di circa 530 milioni di euro per poter accrescere la produzione.

Per l’economia della Gran Bretagna il 2009 è a rischio tracollo

 L’economia britannica potrebbe calare del 2,9% nel 2009, registrando la perfomance peggiore dal 1946. E’ questa l’ultima terrificante previsione di alcuni analisti sui risultati dell’economia del Regno Unito. Le misure promosse da Gordon Brown per far fronte alla crisi economica potrebbero perciò aver bisogno di nuovi interventi all’inizio dell’anno. Malgrado le esportazioni dovrebbero essere favorite dalla grande svalutazione della sterlina, che è ormai vicina alla parità con l’euro, si teme che i consumi all’interno del paese potrebbero avere un ulteriore peggioramento, dopo che diverse grandio catene di magazzini hanno registrato vistosi cali nelle vendite di Natale. Uno dei principali problemi poi riguarda il calo degli investimenti che secondo alcuni istituti di ricerca potrebbero avere un calo del 15% nella prima meta del 2009.

Asahi punta alle acquisizioni oltreoceano per superare la crisi interna di vendite

 Asahi Breweries Ltd., una delle più importanti aziende del Giappone attive nella produzione di birra, potrebbe raggiungere a breve un accordo per l’acquisto della sua unità australiana Cadbury Plc per una cifra vicina a 1,185 miliardi di dollari australiani (808 milioni di dollari), potendo in tal modo aggiungere anche il marchio per bibite analcoliche Schweppes: l’operazione è volta in particolare a fronteggiare il calo delle vendite interne di birra. Asahi, società che ha sede a Tokyo, potrà dunque acquisire anche le etichette del cordiale di Cottee e dei succhi di frutta della Spring Valley: tutto rientra nei piani dell’acquisizione, che dovrebbe ottenere i finanziamenti da nuovi prestiti bancari.

 

Tra l’altro, tale transazione permetterà il completamento della trasformazione di Cadbury in un’azienda del settore dolciario, anche a seguito della difficile situazione che ha vissuto recentemente la sua unità statunitense di bevande analcoliche. L’industria delle bevande giapponesi si sta sempre più rivolgendo nei confronti delle bibite analcoliche e sta tentando di effettuare acquisizioni oltreoceano, a seguito del declino subito dalla vendita di birre in Giappone. La compagnia asiatica ha espresso il suo interesse per l’acquisto di due unità oceaniche: la compagnia australiana Groupe Danone SA e quella neozelandese Frucor, la quale era stata già venduta lo scorso ottobre a Suntory Ltd per una cifra superiore ai 600 milioni di euro.

Analisi Tecnica: Fiat non reagisce ed il quadro peggiora

 La mancata tenuta dei 5,46 euro ha consentito il raggiungimento dei 4,80, supporto dal quale i prezzi hanno tentato un timido rimbalzo mancato. Attualmente peggiora però il quadro tecnico dell’azienda torinese, poiché la parte bassa del canale non è riuscita a respingere le quotazioni verso la mediana: si può tracciare quindi un altro canale ribassista (disegnato in verde sul grafico) che vede l’abbassamento dei target previsti sia al rialzo che al ribasso: i prezzi ora stazionano sopra la nuova mediana intorno alla parte bassa del vecchio canale (disegnato in nero). All’abbandono di quest’ultimo, i prezzi si dirigeranno verso i 7 euro in caso di rialzo (parte alta del canale ribassista verde) o verso i 3 euro in caso di ribasso (mediana dello stesso canale, nonché il più ottimista dei target in caso di nuovi scossoni ribassisti) come primissimi target. Resta rischiosa l’apertura di posizioni di lungo periodo in entrambe le direzioni, visto il momento di incertezza: dopo aver perso il 74% in un anno, andare short sarebbe azzardato poiché sarebbe come salire su un treno in corsa. Vista la situazione particolarmente debole non è sbagliato aprire nuove posizioni ribassiste, ma il rapporto rischio/rendimento diventato ora sfavorevole riserva l’operazione solo agli investitori più aggressivi ed esperti.

Nonostante la crisi globale, il 2008 è stato un anno eccezionale per Lego

 Lego A/S, la nota azienda danese produttrice di giocattoli, potrebbe ottenere un guadagno record per quanto riguarda le vendite negli Stati Uniti nell’anno che sta per concludersi: il successo della compagnia è testimoniato dal fatto che sempre più genitori e bambini sono alla ricerca di giocattoli di qualità e che durino nel tempo. La crescita totale delle vendite della Lego sarà notevolmente superiore rispetto alle sue proiezioni di agosto, le quali avevano indicato un aumento del 12%, così come ha affermato in un’intervista telefonica il presidente dell’azienda, Soren Torp Laursen. La compagnia sta concludendo un anno davvero eccezionale per quanto riguarda i risultati economici negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Sempre secondo Laursen:

La società è molto unita, ci si sostiene l’un l’altro nonostante le condizioni attuali stiano mostrando come non ci sia da attendersi un futuro roseo dal punto di vista macroeconomico.

Lego, che ha sede nella città di Billund in Danimarca, rappresenta la più grande azienda al mondo per quanto riguarda la produzione dei famosi mattoncini a incastro per bambini: anche la compagnia K’NEX Brands LP, specializzata nella costruzione dei vari pezzi da montare, ha annunciato che le vendite sono in rialzo, nonostante l’industria dei giocattoli sia in difficoltà. Secondo Sean McGowan, analista economico di tale tipo di industria per la Needham & Co. di New York, le vendite di giocattoli dovrebbero subire un calo di 5 punti percentuali quest’anno.

La riscossa di Telecom Italia in Borsa

 Nell’ultimo mese il titolo Telecom Italia ha registrato una perfomance positiva del 20%, facendo meglio di tutto il comparto (l’indice Dow Jones delle tlc europee ha registrato infatti un +8% nello stesso periodo di tempo), e risultando in assoluto come il miglior titolo di tutto il principale listino di Piazza Affari. La comunità finanziaria, dopo aver pesantemente penalizzato il titolo, ora sembra cominciare ad apprezzare gli sforzi del nuovo management sul piano della ristrutturazione, basato su un forte ridimensionamento del debito, attraverso un consistente contenimento dei costi. A spingere sul titolo infatti sono le voci che vogliono una nuova struttura organizzativa più snella ed efficace all’interno dell’elefentiaco colosso delle tlc italiano, oltre che almeno due notizie importanti uscite in questi ultimi giorni.

Russia e Iran sono tra le promotrici di un nuovo segretariato per il controllo dell’energia

 Russia, Iran e le altre nazioni che controllano le più grandi riserve mondiali di gas naturale, hanno raggiunto un accordo per coordinare previsioni, investimenti e relazioni con i clienti, al fine di difendere i loro interessi di mercato in un periodo in cui i prezzi dell’energia sono caratterizzati da una forte volatilità. I quindici paesi membri del Gas Exporting Countries Forum, il quale ha già provveduto ad approvare una bozza di accordo a Mosca, sceglieranno come quartier generale del nuovo segretariato la città di Doha, in Qatar, vale a dire la principale fonte mondiale di equipaggiamenti di gas naturale liquefatto.

 

I paesi consumatori occidentali sono però preoccupati dalla nascita di questa sorta di “OPEC del gas”, la quale ricalca fedelmente il modello dell’OPEC. I produttori dovranno affrontare una sfida nei confronti del mercato, dove il 70% del gas viene ancora inviato dal gasdotto ai consumatori regionali e in cui non esiste alcun prezzo di mercato globale. Secondo Dmitry Medvedev, presidente della Federazione Russa:

Questo evento rappresenta un fatto davvero significativo per il mercato. La stabilità globale, la sicurezza energetica e il bilanciamento degli interessi tra esportatori e consumatori dipendono dall’accordo tra le nazioni esportatrici.