Il crollo del mercato auto continua a colpire Fiat, anche se fa meglio delle concorrenti

 L’ennesimo crollo nelle vendite di auto registrato a Novembre, un -29,4 % dimostra ancora una volta quanto il settore auto sia fra i maggiormente colpiti da questa terribile crisi finanziaria. Il resto d’Europa non ha certo fatto meglio, con una punta del -49% in Spagna, perfomance peggiore dal 1993. La situazione difficilissima di un settore che non a caso è al centro dei pacchetti aiuti da parte dei Governi Europei, che discutono da settimane sul come tirare fuori il comparto da una delle sue peggiori crisi dal dopoguerra, si evidenziano però i risultati in termini relativi migliori di Fiat rispetto alle concorrenti. In Italia, infatti, Fiat continua ad aumentare le sue quote di vendita, grazie alle pessime perfomance di competitor quali Renualt, Peugeot, Citroen, Opel e Ford, ma anche grazie ad una politica industriale che sembra finalmente pagare dopo anni di vacche magrissime. La quota di mercato della casa torinese si attesta oggi al 31,3%, era 32,8% nell’ottobre del 2008 e 30,9% nel novembre del 2007.

I ceo riducono le spese personali: General Motors attende il piano d’aiuto del Governo

 La crisi Usa non ha risparmiato l’economia reale e i colossi automobilistici risentono della situazione negativa. General Motors ha accusato una flessione del 41% delle vendite a novembre e ha deciso di ridurre drasticamente la produzione a inizio 2009. Le previsioni per l’anno prossimo non sono delle migliori: Gm prevede ora di produrre 600mila vetture nel primo trimestre 2009, il 32% in meno rispetto allo stesso periodo del 2008.

Quali le possibili soluzioni per scongiurare il fallimento? GM aveva annunciato di dover tagliare altri 31.500 posti di lavoro negli Usa se non dovesse ottenere gli aiuti dal Governo. Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, ieri ha affermato che una qualche forma di aiuto ai colossi automobilistici di Detroit arriverà:

Sono convinta che un qualche tipo di intervento ci sarà,

ha osservato in una conferenza stampa pochi minuti dopo che Ford, Gm e Chrysler hanno presentato al Congresso i loro piani per uscire dalla crisi utilizzando prestiti di denaro pubblico.

La BOJ affronta la recessione accettando bond corporativi di rating inferiore

 La Bank of Japan accetterà bond corporativi di grado inferiore come debito collaterale per i prestiti alle banche, al fine di favorire l’accesso ai finanziamenti per determinate imprese: la misura si è resa urgente a causa dell’incombente minaccia di recessione in Giappone. La banca centrale della nazione asiatica comincerà ad accettare solamente rating BBB o superiori per quanto riguarda tali bond a partire dal prossimo 9 dicembre e darà avvio a nuove facilitazioni di prestito per le banche commerciali già da gennaio 2009: tali provvedimenti sono stati specificati dall’istituto creditizio in un meeting a Tokyo. È stato inoltre deciso di mantenere inalterato allo 0,3% il tasso di prestito overnight.

Con i tassi di mercato che sono prossimi allo zero in Giappone e Stati Uniti, il governatore della Bank of Japan, Masaaki Shirakawa e il portavoce della FED, Ben Bernanke hanno cominciato a sperimentare altri modi per fornire il maggior sostegno possibile alle economie dei due paesi. Hideo Kumano, economista del Dai-Ichi Life Research Institute, ha così commentato la notizia:

La Bank of Japan sta tentando di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per riassestare l’economia nazionale e per allentare le preoccupazioni relative al mercato. Bisogna ancora vedere in che modo saranno rese effettive le misure odierne per facilitare l’accesso al credito.

Yen ai massimi da cinque settimane mentre il prezzo del greggio continua la sua discesa

 Lo yen continua a rappresentare lo specchio fedele dell’andamento dei mercati finanziari, e sulla nuova debolezza delle Borse raggiunge la sua quotazione massima da cinque settimane contro il dollaro. A spingere sulla moneta giapponese ci sono anche le decisione prese dal board straordinario della Banca del Giappone tenuto oggi. La Boj ha deciso di lasciare invariato il tasso di riferimento allo 0,30% e di adottare invece misure che facilitino l’accesso al credito da parte delle imprese giapponesi, in vista della fine dell’anno fiscale a marzo. Inoltre la banca centrale ha detto che presterà fondi al tasso di riferimento overnight nelle nuove operazioni e che offrirà fondi fino a 3 mesi fino alla fine di aprile. Queste notizia hanno perciò contribuito a dare slancio alla moneta nipponica. Lo yen infatti quota contro la divisa americana intorno a 93,12. Ma la moneta giapponese si rafforza anche contro euro la cui quotazione ha toccato i 118,500, vicino ai massimi dell’ultimo mese. L‘euro però in attesa del prevedibile taglio dei tassi di Giovedi da parte della Bce continua nel suo recupero sia nei confronti della sterlina, sia contro il dollaro che quota 1,2650.

Irap 2009: la dichiarazione sarà unica a livello nazionale

Arrivano novità rilevanti in ambito fiscale. La tradizionale dichiarazione Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, sarà, infatti, da quest’anno separata dal modello Unico 2009 e non sarà più divisa Regione per Regione ma sarà unica in tutta Italia. Lo ha deciso l’Agenzia delle Entrate per mettere in atto la regolamentazione dell’Irap prevista dalla Finanziaria 2008. I contribuenti, in base al nuovo meccanismo, dovranno inviare, direttamente o tramite gli intermediari ed in via telematica la dichiarazione Irap, separatamente da quella dei redditi, all’Agenzia delle Entrate che la inoltrerà alle Regioni e alle provincie autonome di competenza dove, cioè, il contribuente ha il domicilio fiscale o dove viene ripartito il valore della produzione netta.

Yuan in difficoltà nelle quotazioni: il governo cinese modifica gli obiettivi di intervento

 Lo yuan cinese ha subito la sua peggior perdita da quando il governo della nazione asiatica ha posto fine al tasso di cambio fisso nel 2005: tale declino si verifica pochi giorni prima della visita a Pechino del segretario del Tesoro statunitense Henry Paulson. La valuta asiatica ha perso lo 0,7% dopo che la People’s Bank of China ha stabilito il tasso di riferimento giornaliero al livello più basso dal mese di agosto, spingendo i policy makers ad accentuare il loro favore nei confronti di un deprezzamento valutario al fine di stimolare la domanda per i beni cinesi. Secondo alcuni dati, le manifatture della Cina hanno raggiunto una quota record nell’ultimo mese. Il governo ha deciso di cambiare l’obiettivo su cui focalizzarsi principalmente, passando dal contenimento dell’inflazione al sostegno alla crescita: questo cambiamento è stato reso urgente dal fatto che la Cina, quarta maggior economia mondiale, ha visto crescere la sua economia solamente di 9 punti percentuali nel terzo trimestre, un ritmo di crescita che non si registrava da cinque anni circa.

 

Al riguardo è anche intervenuto il presidente eletto statunitense Obama, il quale ha sottolineato che la Cina dovrebbe mettere un freno alle manipolazioni della valuta nazionale. Dariusz Kowalczik, analista valutario della società cinese CFC Seymour Ltd., ha espresso il suo parere su questa situazione:

Paulson potrebbe restare stupito in maniera poco gradevole dalla sua visita. È molto probabile che il governo attui un cambiamento di politica di intervento. In effetti, senza una moneta così debole, sarebbe molto più agevole raggiungere gli obiettivi di crescita del prossimo anno.

Pronto il piano Ue da 200 miliardi di euro per rilanciare l’economia

 200 miliardi di euro. E’ questa la risposta dell’Europa unita per fronteggiare quella che appare sempre più come la più grave crisi finanziaria degli ultimi 70 anni. Di questi 200 miliardi, che rappresentano l’1,5% del Pil europeo, 170 dovranno arrivare dai bilanci dei singoli Stati membri, ognuno chiamato a contribuire secondo le proprie possibilità e la propria situazione economica. Gli altri 30 miliardi proverranno invece sia dal bilancio dell‘Unione europea – che attraverso i fondi strutturali e il fondo sociale europeo contribuirà a finanziare le misure a sostegno dell’occupazione – sia dalla Banca europea degli investimenti, che potenzierà i suoi prestiti soprattutto alle piccole e medie imprese che investiranno nelle tecnologie verdi. E’ sicuramente come ha detto il presidente Barroso, deus machina dell’intervento, una “risposta senza precedenti per affrontare una crisi eccezzionale”. Per qauanto riguarda lo specifico delle misure, gli interventi sono stanti e di diversa natura, anche se per ora sono alla stato progettuale.