Enel stipula accordo con Sharp sul fotovoltaico

 Enel è in rialzo dell’1,1% a 5,03 euro. La società ha annunciato che investirà 1 miliardo di dollari con Sharp, secondo gruppo al mondo nella produzione di batterie per raccogliere l’energia solare, per installare un campo fotovoltaico in Italia.  Sharp, Enel insieme ad un’altra compagnia europea non ancora nota, costruiranno prima un nuovo impianto per la produzione delle pellicole per pannelli solari e poi istalleranno un campo fotovoltaico in Italia con l’obiettivo nel 2012 di raggiungere una potenza istallata di 189 Megawatt. Gli investimenti partiranno dal 2009 fino al 2012 e il campo inizierà a produrre energia già dal 2010. Questa notizia sembra aver rasserenato il clima intorno al titolo dopo che ieri era scoppiata una nuova grana per Enel sul fronte spagnolo.

Telecom Italia, si avvicina il piano industriale. Rete fissa, rete mobile e TIM Brasil sotto i riflettori

 Non manca molto al 2 dicembre, giorno in cui si riunirà il CDA di Telecom Italia per discutere delle attività brasiliane e del piano industriale 2009-2011. Due incontri, uno di mattina e uno di pomeriggio, vedranno l’impresa ex monopolista italiana di fronte a scelte importanti per il proprio futuro. Al cda della mattina sarà esclusa Telefonica e l’argomento principale saranno i risultati e le prospettive di TIM Brasil dopo la recente riduzione delle previsioni per il 2008. Il pomeriggio invece si parlerà del piano industriale e potrebbero arrivare importanti novità. Si vocifera infatti che Telecom Italia stia pensando ad importanti cessioni di asset per reperire liquidità.

Fitch declassa rating della Toyota: critica soprattutto la situazione del mercato USA

 Il rating del debito della Toyota Motor Corp. è stato tagliato dalla società Fitch Ratings: si tratta del primo declassamento negli ultimi dieci anni per quanto riguarda una azienda automobilistica, soprattutto a causa del calo delle vendite di automobili negli Stati Uniti, il quale ha portato a una drastica riduzione dei guadagni della compagnia asiatica. Fitch Ratings ha provveduto a declassare il debito della Toyota di due livelli, passando da AAA a AA, con prospettive negative per la società. Ciò ha avuto delle ripercussioni anche in borsa, dove il titolo della Toyota ha perso ben 4,6 punti percentuali, il maggior declino delle ultime due settimane. Il declassamento del rating del debito ha portato alla crescita dei costi dei prestiti per la compagnia giapponese, ostacolando potenzialmente la sua capacità di offrire prestiti a tasso libero al fine di aumentare le vendite nel mercato statunitense.

Tatsuya Mizuno, direttore di Fitch Ratings, ha così spiegato la decisione della società:

La Toyota sta subendo pesantemente la crisi globale del settore automobilistico. Gli sviluppi negativi in tale industria sono così forti e gravi che anche una delle migliori società come la Toyota non riesce a sostenere a lungo un rating del tipo AAA.

Il taglio alle valutazioni economiche della compagnia asiatica segue quello del 1998, quando la società Moody’s Investors Service ridusse il rating di lungo termine del indebitamento da Aaa a Aal.

Calano i consumi in Usa, le borse recuperano ma la congiuntura resta fortemente negativa

 Seduta tra alti e bassi sulle piazze occidentali. La Fedannuncia nuovi aiuti. Mercati in altalena tra la spinta al rialzo che viene dai piani di aiuti americani per rimettere in moto l’economia e quella al ribasso dei dati congiunturali. La buona notizia è che la Federal Reserve ha annunciato l’avvio di un programma per far ripartire il settore immobiliare e ha messo sul piatto 800 miliardi per stabilizzare il mercato finanziario, combattere la carenza di liquidità e sostenere il credito al consumo. Quella cattiva è che nel terzo trimestre, il Prodotto interno lordo statunitense è sceso dello 0,5%, come attesto dagli analisti, ma i consumi, a sorpresa, sono crollati a -1,4% rispetto a una prima stima di -0,8%. Si tratta del peggior dato dal 1991.

Per l’Aibe le banche estere potrebbero scappare dall’Italia

 In questo periodo di forte crisi finanziaria l‘Italia oltre ad un peggioramento dell’economia rischierebbe di affrontare un altro grande problema: le banche estere potrebbero presto decidere di uscire dal panorama italiano. Lo afferma Guido Rosa, presidente dell’Associazione banche estere in Italia (Aibe), spiegando che l’Italia attualmente, in piena crisi economica, appare un Paese poco attraente. Secondo Rosa, infatti, gli istituti di credito esteri presenti in Italia si trovano ad affrontare grandi svantaggi di varia natura: fiscali, burocratici e logistici. Le banche estere, dunque, a causa della crisi finanziaria, dovendo gestire al meglio il proprio patrimonio potrebbero diventare maggiormente selettive e scegliere di allontanarsi dal mercato italiano per approdare in Paesi che offrono rendimenti maggiori. Il presidente dell’Aibe ha denunciato, inoltre, che la maggiore difficoltà che grava sulle banche estere in Italia è la forte pressione fiscale che è superiore alla media europea di sette punti percentuali.

Obama preme per la ratifica della Law of the Sea: fa gola il petrolio presente nell’Artico

 La vittoria del Partito Democratico statunitense alle recenti elezioni presidenziali potrebbe velocizzare l’approvazione di un trattato marittimo che permetta ai firmatari di partecipare alle trattative relative al contenimento del petrolio e dei gas depositati nel fondo del Mar Glaciale Artico. Grazie in particolare al sostegno del neo-presidente Barack Obama alla ratifica della Law of the Sea, gli Stati Uniti si stanno avvicinando alle 157 nazioni (tra cui la Russia) che hanno approvato il trattato, secondo quanto affermato da alcuni analisti economici, tra i quali quelli della Century Foundation e Jeff Laurenti. Il Senato statunitense, a cui compete ogni compito relativo alla ratifica dei trattati internazionali, ha comunque a che fare con la stessa situazione che si è verificata negli ultimi anni, quando l’esecutivo Bush ripeteva in continuazione il suo forte appoggio al trattato. Un impulso importante all’esplorazione del Polo Nord era stato dato dal progressivo scioglimento dei ghiacci della regione: tale evento ha infatti portato alla scoperta di nuovi accessi alle aree dell’Artico, le quali contengono circa il 22% di tutto il petrolio e il gas naturale non sfruttati.

 

La Russia, firmtaria del trattato sin dal 1997, ha già fatto uso dell’autorità legale per far valere i suoi diritti sulle ricchezza minerali presenti nella sua piattaforma continentale artica. L’adozione da parte degli Stati Uniti del trattato, che ha cominciato ad avere efficacia a partire dal 1994, potrebbe dunque dare il via ad accesi contrasti per alcune compagnie come la TGS-Nopec Geophysical Co., la quale utilizza le onde sonore per mappare le potenziali aree in cui sono presenti il gas e il petrolio.

 

Per Global Insight in europa la crisi sarà peggiore e più lunga che in Usa

 Secondo una ricerca del think thank Ihs Global Insight il Vecchio continente ha altissime probabilità di avere una profonda e prolungata frenata nel 2009. L’economia britannica, per esempio, subirà una contrazione dell’1,5%”, dice il report.Nell’Eurozona, invece sarà dello 0,7%”. I mercati più colpiti saranno quelli in cui è più sviluppato il settore immobiliare e delle costruzioni: Spagna, Irlanda e Inghilterra. Quest’ultima, in particolare, dovrà fare i conti con la forte esposizione nel comparto finanziario. A pagare di più, tuttavia, sarà l’Irlanda con un calo del Pil del 3%. Anche Germania e Svezia sono molto vulnerabili, visto che le loro esportazioni sono soprattutto auto e camion. “Due settori dove la domanda globale sta calando pesantemente”, spiega lo studio di Ihs.

Cresce il deficit pubblico inglese: nel 2009 arriverà al 9%

 La forte crisi che ha travolto i mercati finanziari di tutto il mondo avrà grosse ripercussioni anche sui conti pubblici inglesi. Crollano, infatti, le entrate fiscali e si impenna il deficit che, in base alle stime, nell’anno fiscale in corso che finirà a marzo 2009 toccherà il 6% del PIL. Il Cancelliere dello scacchiere, Alistair Darlig, nel presentare il pre-budget ha annunciato di voler rimandare gli aumenti delle imposte e il contenimento della spesa. Il fabbisogno pubblico inglese previsto per l’anno fiscale in corso, subirà inevitabilmente un’impennata toccando i 90 miliardi di sterline l’anno mentre per il prossimo anno fiscale si prevede un fabbisogno annuale pari a 120 miliardi di sterline. Volerà, dunque, il deficit pubblico che arriverà all’8-9%, raggiungendo il triplo di quanto consentito dal Trattato di Maastricht ai Paesi della zona Euro.