Analisi Tecnica dell’indice S&P 500: attenzione al trading range

 Negli ultimi anni acquista sempre più importanza l’indice S&P 500. Gli operatori concordano nell’affermare la rilevanza di tale indice a livello mondiale, capace di infondere il proprio sentiment anche ai mercati oltreoceano. Mai come ora è quindi necessario tenerlo monitorato per individuare segnali di continuazione o inversione della tendenza, segnali che possono riversarsi anche nelle nostre piazze Europee.

Dal massimo di Ottobre 2007 a 1576,09 è iniziata la correzione ancora in corso fino a 940,55 punti: tale correzione non ha dimostrato fin’ora segnali d’inversione: pertanto nel medio periodo anche su questo indice ogni rialzo è da considerare come nuova occasione di vendita, fino a che non si avranno forti segnali d’inversione.

Proprio nelle ultime sedute però è stato violato un importante supporto, subito recuperato dalle quotazioni: stazioniamo ora intorno a tale livello che acquisisce sempre più importanza. L’alta volatilità ha creato una serie di candele dal body pronunciato che sembrano definire un trading range compreso tra 1046 e 841.

La crisi sta falcidiando l’economia di Hong Kong: nuove sfide all’orizzonte per la città asiatica

 Il segretario finanziario di Hong Kong, John Tsang, ha messo in evidenza che vi saranno ulteriori sfide economiche per la città durante la grave crisi economica di quest’ultimo periodo: tali sfide riguarderanno particolarmente le chiusure delle società e le perdite di investimenti. Lo stesso Tsang è stato molto chiaro al riguardo:

La crisi finanziaria avrà un impatto considerevole sull’economia e gli abitanti di Hong Kong devono dunque essere pronti ad affrontare tale sfida. Nonostante ciò, le unità fondamentali e il sistema della città sono in salute e l’economia è molto forte.

 

I commenti sulla situazione di Hong Kong da parte di Tsang arrivano all’indomani del collasso di tre rivenditori della città cinese in sole due settimane: dato che vi sono condizioni di credito molto ristrette è abbastanza difficile per le società minori rifinanziare il debito. Centinaia di investitori di Hong Kong hanno protestato nelle strade la scorsa settimana per le perdite nei cosiddetti “minibond” garantiti da Lehman Brothers. Tai Lin Radio Service Ltd., la catena di vendita di prodotti elettrici di Hong Kong, che vanta tra l’altro 60 anni di esistenza, è stata costretta a chiudere ieri dopo aver accumulato un debito di ben 100 milioni di dollari di Hong Kong (13 milioni di dollari).

L’Ungheria come l’Islanda, chiede aiuto al fondo internazionale monetario per far fronte alle difficoltà del sistema bancario nazionale

 La situazione finanziaria che si sta sviluppando negli ultimi giorni in Ungheria ricorda molto da vicino quello accaduto in Islanda, dove il Governo ha dovuto nazionalizzare i principali istituti bancari del paese e chieder l’intervento del Fmi, per evitare il default. Le autorità ungheresi, infatti, hanno sollecitato il sostegno della Banca centrale europea e pianificato nuove misure per la stabilizzazione del sistema bancario, nel tentativo di contenere gli effetti della crisi finanziaria e che il paese non diventi la prossima Islanda. Gli investitori hanno duramente colpito gli asset dei nuovi paesi Ue, timorosi di una fuga di flussi di fronta all’elevata dipendenza di Budapest dai capitali stranieri e al massiccio indebitamento in valuta estera. Governo e banca centrale hanno cercato di mandare un messaggio tranquillizzante e far ripartire un mercato congelato e dipendente dagli swap in valuta estera, strumenti considerati cruciali per lo stato di salute delle finanze ungheresi.

La settimana inizia bene: i mercati salgono, ma si attendono conferme dai mercati monetari e dalle trimestrali

 Questa settimana si apre con un rialzo dei mercati asiatici: l’indice MSCI asia-pacific ex Japan è salito dell’3,72%, il Nikkei ha guadagnatoil 3.6%, l’Hang Seng di Hong Kong il 4,3%. A determinare i rialzi è la presa di coscienza che le attuali valutazioni dei titoli sono particolarmente basse e riflettono aspettative forse troppo pessimistiche sugli utili per il medio periodo. Gli interventi dei governi, ultimo in ordine cronologico quello da 130 miliardi di dollari della Corea del Sud, stanno avendo effetto e aumenta a convinzione che il peggio della crisi potrebbe essere alle spalle. In rialzo però anche i titoli di Stato, segno che rimane alto il numero di investitori che preferisce ancora i titoli a basso rischio. Tra le altre notizie segnaliamo il dato sul PIL cinese nel terzo trimestre: da luglio a settembre l’economia cinese è cresciuta ad una velocità del 9% annuo, segnando rallentamento superiore alle aspettative. Intanto i mercati europei aprono con un netto rialzo, ma è presto per dire se questa tendenza resterà confermata nell’arco di tutta la seduta.

Commodities: situazione grafica interessante per l’olio di semi di soia

 Non sono solo gli indici a perdere terreno nella bufera della crisi economica: ribassi consistenti sono stati registrati anche da altri mercati quali il cambio euro/dollaro, il petrolio e molte commodities. Tra queste ultime l’analisi tecnica mostra una situazione grafica interessante molto particolare per quanto riguarda l’olio di semi di soia (in seguito “soybean”).
Il grafico daily qui proposto è relativo al future sui soybean scambiato nel CBoT.
Il periodo preso in considerazione è l’ultimo anno di contrattazioni. Dal ribasso iniziato il 7 Luglio 2008 si sono delineate due categorie di resistenze segnalate sul grafico: quelle verdi, di importanza e forza maggiore e quelle nere, da considerarsi livelli di secondaria importanza.

Il Pakistan si affida al FMI per sanare il suo debito: imminente l’incontro tra le due parti

 Il Pakistan, ritenuto il paese prestatore più rischioso al mondo, potrebbe cercare l’ausilio del Fondo Monetario Internazionale al fine di evitare il mancato pagamento delle sue obbligazioni debitorie: la notizia è stata annunciata da Shaukat Tarin, consulente finanziario del primo ministro del paese asiatico. La nazione dell’Asia meridionale potrebbe infatti aver bisogno di più di 6 miliardi di dollari per riassestare le sue riserve di valuta, dopo che vi è stata una riduzione del 74% lo scorso anno: per il 2009 è previsto che il Pakistan fronteggerà un debito di 3 miliardi di dollari nei costi dei servizi.

 

Standard & Poor’s ha avanzato dubbi riguardo al fatto che tale debito possa essere pagato e, conseguentemente, ha tagliato il rating di valuta straniera di lungo termine di ben sette livelli. È stato previsto che il paese asiatico potrebbe necessitare di 4,5 miliardi di dollari per fronteggiare la crisi e sta già lavorando ad alcuni progetti, tra cui quello che prevede la ricerca di prestiti presso la World Bank, la Asian Development Bank e il Department for International Development del Regno Unito.

 

ING crolla in borsa dopo l’annuncio di una trimestrale in rosso. Si temono problemi di liquidità

 Brutte notizie da ING Group. Il colosso olandese attivo nei settori bancario e assicurativo (per esempio Conto Arancio) ha anticipato che il 12 novembre pubblicherà una trimestrale in rosso, è la prima volta dalla sua creazione. La perdita per i tre mesi da luglio a settembre ammonta a 500 milioni di euro, questo a causa di svalutazioni pari a 1,6 miliardi dovute a ingenti perdite in un ampio spettro di investimenti, dal settore azionario e quello immobiliare. Da segnalare le svalutazioni seguite al fallimento di Lehman Brothers. In aumento anche le riserve, per le quali sono stati accantonati 400 milioni di euro.

Anche il banco Santander entra fra i pretendenti della banca americana Wachovia

 Fra i due litiganti il terzo gode, si potrebbe dire commentando la nuova clamorosa indiscrezione che vedrebbe il Banco Santander di Emilio Botin deciso a fare un offerta per rilevare il colosso del credito americano Wachovia, caduto in una profondissima crisi, e al centro di una contesa fra Citygroup e Wells Fargo, entrambi intenzionati a rilevarlo per salvarlo da un quasi certo fallimento. Secondo fonti vicine alla banca spagnola, riprese dal Wall Street Journal, che solo pochi giorni fa ha rilevato le attività di Sovereign Bank, dimostrando perciò ferma intenzione di allargare la sua presenza negli Stati Uniti. La Banca americana secondo quanto riportato dall’edizione on line del quotidiano americano, infatti,, avrebbe aperto agli spagnoli forse nel tentativo di sbloccare la contesa creata fra City e Wells Fargo, considerando che la situazione della Banca sembra sempre più critica.

S&P-MIB: si fa strada l’ipotesi di un rialzo importante

 Dopo aver registrato la peggiore seduta settimanale di sempre, l’SPMIB dimostra con l’ultima ottava un primo segnale di tenuta: a livello weekly si è disegnata sul grafico una candela di colore verde con una pronunciata upper shadow: particolarità interessante, è il fatto di essere una candela inside alla precedente. Segno d’indecisione sulla direzione da prendere per le prossime settimane. Il raggiungimento e la tenuta del livello 20420 fanno comunque ipotizzare una ripresa delle quotazioni con un possibile allungo fino ad area 26000: ulteriore elemento a favore di una ripresa almeno parziale è l’RSI in ipervenduto. Nel caso il rally rialzista avrà effettivamente luogo, vi sarà la possibilità di valutare un ingresso di medio periodo su una serie di azioni sottovalutate del paniere in questione (SPMIB): è ancora presto comunque per prendere parte ad investimenti di medio periodo, se non accettando un alto livello di rischio.

Per Goldaman Sachs è arrivato il momento di investire in Borsa

 Mentre le Borse continuano nel loro saliscendi settimanale, dimostrando che la crisi è ancora lungi dall’essere superata, c’è chi ormai scommette sulla ripresa dei cicli azionari. Si tratta per esempio degli analisti di Goldman Sachs, che scommettono, in un report, sul ritorno degli investimenti nel mercato azionario, visti gli attuali prezzi di Borsa. L’incertezza sulla durata e sulla gravità del rallentamento economico rende estremamente difficili le decisioni degli investitori, nonostante l’intervento concordato dei governi europei e di quello americano abbia ridotto i rischi del sistema finanziario. Ma un recupero della fiducia verso le Borse non si farà attendere troppo. Infatti, gli analisti di Goldman Sachs sono convinti che si assisterà ad una massiccia rivalutazione a partire dalla metà del 2009. 

È attesa per domani la decisione di Taiwan sui limiti dei movimenti delle quotazioni: il Taiex Index è ancora in calo

 Taiwan annuncerà domani se ha intenzione di conservare uno stretto limite nei movimenti delle quotazioni, dopo che il governo ha avviato la ricerca di misure volte a stabilizzare i mercati durante la crisi finanziaria globale. Le decisioni possibili a questo riguardo sono due: continuare a rafforzare il limite del 3,5% sui prezzi delle azioni a un giorno, oppure andare a ristabilire il precedente tetto del 7%. Gordon Chen, portavoce della Taiwan’s Financial Supervisory Commission, ha annunciato che la decisione finale verrà presa nel tardo pomeriggio di domani (orario di Taipei).

Solamente due giorni fa il governo di Taiwan aveva fatto sapere di voler estendere l’utilizzo del suo National Stabilization Fund per poter sostenere il mercato per almeno un mese. I governi statunitense e inglese stanno attualmente provvedendo ad acquistare le partecipazioni bancarie, garantendo in tal modo i prestiti interbancari e immettendo liquidità nei mercati per evitare il collasso finanziario globale. Altre misure che sono state intraprese dal governo della nazione asiatica riguardano in particolare quello di dare maggiori garanzie per tutti i depositi bancari.

Forex: nuovi target ribassisti di medio periodo per l’Eur/Usd

 Un altro strumento particolarmente studiato negli ultimi anni è sicuramente l’Euro/Dollaro (di seguito Eur/Usd). Dall’inizio del 2007 abbiamo assistito a massimi sempre crescenti fino a raggiungere il top assoluto in area 1,60.
La correzione iniziata da quell’area è in corso tutt’ora e sembra non essere ancora giunta a conclusione: di nuovo troviamo interessante citare una delle regole fondamentali di Mr. Gann, personaggio gia più volte nominato nei precedenti articoli. Egli dava infatti particolare importanza ai doppi, tripli, e quadrupli massimi/minimi. Osservando il grafico daily dell’Eur/Usd sotto proposto, notiamo che nell’anno corrente abbiamo assistito ad un evidentissimo doppio massimo in area 1,60: il primo realizzato il 22 Aprile 2008, il secondo invece in data 15 Luglio 2008. La mancata violazione di tale livello nel periodo postumo alla creazione del doppio massimo ha innescato il ribasso al quale stiamo assistendo. Il primo target naturale posto a 1,4244 è stato ampiamente raggiunto e violato al ribasso in meno di 2 mesi dalla formazione del secondo massimo assoluto. Il rally rialzista che ha avuto luogo in settembre è da considerarsi come rimbalzo tecnico necessario ad allentare l’ipervenduto segnalato dall’RSI.

La scalata del Manchester United verrà rilevata per la vendita: il debito del club calcistico inglese ammonta a 8,8 milioni di sterline

 Il debito utilizzato per finanziare la scalata al Manchester United, il club calcistico inglese detentore della Champions’ League, è stato incluso in una lista di 341 milioni di dollari di rilevamenti per la vendita. Sankaty Advisors LLC, l’unità di investimento della società Bain Capital LLC di Boston, sta vendendo i suoi prestiti, così come annunciato da Standard & Poor’s. I debiti totali del Manchester United ammontano a 8,8 milioni di sterline (15,2 milioni di dollari). I prezzi dei tassi dei prestiti valutati sul grado di investimento che ha finanziato l’acquisizione finanziaria in Europa hanno raggiunto il loro livello più basso a causa della crisi del credito, che sta costringendo gli investitori a “scaricare” gli asset acquistati col denaro prestato.

 

Il Manchester United, il quale è stato acquistato nel 2005 dalla famiglia statunitense Glazer per la cifra di 1,4 miliardi di dollari, ha debiti per circa 660 milioni di sterline. Gunnar Stangl, che è a capo della società di strategie finanziarie tedesca Dresdner Kleinwort, ha così commentato:

Gli acquisti forzati e il fatto che si parli di significativi riscatti nell’industria dell’hedge fund significa che si sta abbattendo il mercato del prestito. I prezzi non si risaliranno subito: non sarei sorpreso se gli acquisti forzati continuassero per il resto dell’anno. Bisogna prepararsi a un lungo periodo di prezzi “depressi”.

I libici a sorpresa, ma non troppo, corrono in soccorso di Unicredit, così come fecero in passato con Fiat

 Con una mossa forse un pò a sorpresa i libici della Lafico diventano il secondo azionista di Unicredit con il 4,2% della Banca, il cui titolo reagisce subito benissimo volando oltre il 10% in Borsa per poi ripiegare durante il corso della seduta. Come già successo negli anni 90′, perciò, il colonnello Gheddafi, dopo l’accordo con il Governo italiano per la questione coloniale, interviene per salvare un impresa italiana. Allora la Fiat, oberata dai debiti e vicino al collasso, e adesso Unicredit, il primo istituto bancario del paese, nella bufera per la la crisi e costretto ad una profonda ricapitalizzazione solo qualche giorno fa. La Banca centrale libica ha incrementato quindi dallo 0,9% al 4,23% la quota in Unicredit ed ha dato disponibilità a sottoscrivere i bond convertibili dell’aumento di capitale per un ammontare pari a 0,5 miliardi di euro.