La Brexit minaccia la City. Tasse a rischio

 Sembra che Theresa May sia in cerca di voti su e giù per la nazione inglese, e la sua rielezione sia pressoché sicura. Ma nonostante questo, la Brexit potrebbe iniziare a farsi sentire, dove fa più male, ovvero al portafoglio di tutti, ed anche al cuore di metà degli elettori inglesi che hanno volutamente abbandonato la UE. La slavina Brexit, sembra stia colpendo uno dei centri più importanti di quello che fu l’impero britannico, quella City che è ancora il cuore pulsante del sistema finanziario londinese e nazionale, pilastro di quel ormai resta di un ruolo mondiale fondamentale della Gran Bretagna nel mondo. Se le minacce di abbandonare la City, da parte della grande finanza mondiale, dovessero avverarsi, così in molti credono, il colpo sarà duro non solo all’economia del paese, ma anche alle casse dello Stato, le cui entrate sono rappresentate, al 30%, proprio dal settore finanzario e dai suoi dipendenti. A testimoniare il clima che si respira oggi a Londra, è la decisione presa da Juncker, Presidente della Commissione attualmente in trasferta a Firenze, di voler fare il suo discorso in lingua francese, perché l’inglese sembra essere sempre meno importante nell’Unione Europea. Questa non è una battuta, e lo testimoniano le cronache degli ultimi giorni. A Parigi martedì, è stato dato l’inizio alla battaglia per sottrarre alla capitale inglese la sede dell’Eba, l’autorità bancaria europea. Fa notare Hollande, in uno dei suoi ultimi atti, che a Parigi c’è l’Esma, l’autorità di controllo dei mercati finanziari.