Stop a stipendi in contanti: la mossa per fermare lo sfruttamento

 La legge di Bilancio cercherà con una norma, di contrastare gli abusi sui pagamenti degli stipendi. La norma, che scatterà il primo luglio, prevede lo stop al pagamento in contanti dello stipendio.

I motivi

I motivi sono semplici e noti. Molti datori di lavoro, fanno firmare buste paga ai lavoratori ma non corrispondono l’esatto ammontare, risparmiando molto sul netto in contanti. Succede in tutti i settori, dall’edilizia all’agricoltura, dalla ristorazione al facchinaggio, dove il lavoratore è sottoposto al ricatto del licenziamento, e deve accettare questi abusi.

Così i datori di lavoro pagano molto meno, anche il 40%, sullo stipendio netto. Una forma di ricatto a cui il governo metterà un freno obbligando il pagamento con mezzi tracciabili, come l’assegno, o il bonifico.

Purtroppo l’Italia è un paese dove i controlli e le tutele sono spesso travalicate. Non ci si stupirà dunque, se alcuni daori di lavoro si faranno consegnare del contante dal dipendente in cambio di un assegno.

Certo, si tratta di casi ipotetici al momento, ma in un paese dove più di tre milioni e mezzo di lavoratori non riescono ad avere un contratto, e dove succedono soprusi sugli stipendi, non bisogna mai dire mai.

D’altra parte, per non pagare gli stipendi senza motivi di insolvenza economica, bisogna avere un vizio all’illegalità.