Negli ultimi anni alcuni avvenimenti a livello globale hanno pesato in modo massiccio sul prezzo al barile del petrolio.
In un paio di settimane, da quando sta crescendo l’attesa per il vertice che, domenica prossima, a Doha dovrebbe sancire un congelamento della produzione di petrolio e, dunque, pare, un rilancio delle quotazioni, il prezzo del barile è cresciuto di 5 dollari, insieme alla frenesia dei mercati.
Quella di oggi è stata una giornata incerta per le Borse europee, reduci da una vigilia di ribassi dopo le mosse della Banca centrale europea della scorsa settimana. Mosse che avevano permesso di consolidare il recupero andato in scena nelle ultime ottave.
Oggi le quotazioni del petrolio hanno trattato in rialzo in Asia e si sono confermate positive nel pomeriggio: nel momento in cui gli scambi Ue volgono alla conclusione, a New York il Wti tratta in rialzo sopra 37 al barile, sospinto dal nuovo callo delle trivelle negli States certificato da Baker Hughes. Balzo sensibile anche per il Brent, che tratta ormai a 40 dollari al barile.
Dopo più di un mese passato in trading range, con escursioni anche importanti ma sempre contenute tra due livelli ben precisi, il Crude Oil (nell’immagine,