Titoli di Stato, rendimenti positivi

Per quanto concerne i rendimenti dei titoli di Stato, malgrado la presenza della Bce sui mercati nelle vesti di acquirente di bond sovrani, ci sono buone news ed è stata fatta registrare una risalita che giova alle Borse al termine di una settimana disastrosa: la peggiore da dicembre ad oggi.

BTP rendimento 2012 sfiora il 18%

 Nonostante la grave crisi finanziaria che ha investito la zona euro e l’Italia negli ultimi dodici mesi, il migliore investimento del 2012 è stato a sorpresa quello in Btp italiani. Considerando gli asset finanziari più importanti e liquidi, il titolo di stato italiano ha fatto molto meglio delle borse mondiali, dell’azionario americano, delle blue chip europee e dell’oro, tanto per citarne alcuni. La forza del Btp si è vista soprattutto da fine luglio scorso, ovvero quando Draghi ha fatto capire agli investitori che avrebbe fatto tutto il necessario per salvare l’euro.

Fiscal cliff accordo più vicino spinge le borse

L’accordo sul fiscal cliff negli Stati Uniti sembra essere più vicino. In un incontro alla Casa Bianca, il presidente americano Barack Obama ha teso la mano ai repubblicani illustrando a John Boehner un nuovo piano in cui per la prima volta esclude l’aumento delle tasse sui redditi superiori ai 250mila dollari l’anno, mentre la soglia viene ora alzata a 400mila dollari l’anno. Le borse americane hanno chiuso in rialzo nella seduta di ieri: il Dow Jones ha chiuso con un progresso dello 0,76% a 13.235 punti, avvicinandosi ai top di periodo di area 13.330.

La Bce abbassa i tassi ma le borse sembrano quasi non accorgersene

 Se qualche mese fa la Bce avesse operato un taglio dei tassi di 75 basis point, come fatto oggi, molto probabilmente avremmo assistito ad un rialzo monstre delle Borse europee. Oggi, invece, ogni buona notizia sul fronte economico o decisione di politica monetaria da parte delle autorità centrali viene accolta con indifferenza nel migliore dei casi o addirittura in qualche caso in maniera negativa. La difficoltà e la particolarità di questa intricatissima crisi sta forse proprio in questo paradossale fatto. I mercati insomma sembrano ignorare, quando va bene, i dati macro o meglio sembrano analizzare solo e sempre quelli fortemente negativi. Nell’ultima settimana le nuove richieste di sussidio per la disoccupazione in America si sono attestate a 509mila, sotto le attese degli analisti di 540mila ma in linea con la precedente settimana. Le richieste continue salgono a 4,08 milioni di unità dai 3,998 milioni precedenti. Il dato è peggiore rispetto alle attese di 4,03 milioni. Inoltre il passato weekend si è assistito negli Stati Uniti ad un vero e proprio assalto ai negozi per gli acquisti di Natale, mentre le attese erano per un raffreddamento considerevole rispetto allo scorso anno.

Il piano europeo da slancio alle Borse, sperando che basti e che non sia troppo tardi

 Dopo la bozza d’accordo siglato a Parigi dai grandi paesi europei, dopo un tira e molla che ha contribuito a determinare la peggiore settimana per i mercati europei da sempre, finalmente le borse sembrano tirare un sospiro di sollievo, trainate dal settore bancario che vola su tutte le piazze finanziarie continentali. Tutte le borse del vecchio continente a fine mattinata segnano rialzi ben superiori al 5% con Milano piazza migliore con un +7%. Il piano anticrisi sembra in effetti andare nella direzione giusta che è quella di ridare fiducia ad un sistema che sembra aver completato perso la bussola, ma le incognite restano purtroppo ancora alte e molte sono legate al colpevole ritardo con cui le autorità si sono mosse per fronteggiare questa terribile crisi sistemica.

La exit strategy di trichet spaventa le borse mondiali

 Il fatto che le Borse abbiano improvvisamente virato in peggio dopo la conferenza stampa del presidente della Bce Jean Claude Trichet ha fatto molto riflettere economisti ed esperti sul perchè di quello che poi si è rivelato un vero e proprio crollo, considerando che i tassi, come previsto, sono rimasti fermi al 4,25%, che lo stesso presidente della Bce non abbia, come fatto in precendenza, minacciato altri prossime misure di stretta monetaria e senza che abbia aggiunto nessuna notizia negativa che già i mercati non sapessero. Qualcuno ha provato a dare la colpa del nuovo pesante tonfo delle Borse alle parole sui rischi inflazionistici, ma di questo già si era argomentato in abbondanza. Insomma nulla che potesse spiegare apparentemente un simile crollo.