Italia vive peggiore crisi della storia

 Il dramma della doppia recessione (o double dip) che sta vivendo l’Italia continua a fare danni ogni giorno di più, tanto che ormai si può parlare della crisi peggiore della storia. Secondo Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel e vicepresidente del Centro studi di Confindustria, l’Italia sta vivendo la peggiore crisi economica dal secondo dopoguerra, ma era in crisi già primo dello scoppio della crisi. Il pil è diminuito di oltre l’8% dal 2007 a oggi, i consumi sono tornati ai livelli del ’97, 70mila aziende manifatturiere hanno chiuso i battenti.

Economia italiana va peggio di novembre 2011

 Nuovo allarme di Confindustria, che evidenzia come la situazione economica italiana sia oggi peggiore rispetto a quella di novembre 2011, ovvero quando si insediò il governo dei tecnici guidato da mario Monti. Secondo Vincenzo Boccia, vice-presidente di Confindustria, “lo stato dell’economia reale è molto peggio di quel novembre e proprio per questo occorre una grande consapevolezza e la corresponsabilità di tutti”. Il riferimento è chiaramente all’impasse politico, che sta paralizzando il paese quando invece servirebbero riforme strutturali per rilanciare l’economia e l’occupazione.

Piazza Affari +1,51% si riscatta dopo shock-Monti

 Dopo aver chiuso la seduta di lunedì con un ribasso del 2,2% all’indomani dell’annucio delle dimisioni del premier Mario Monti, Piazza Affari si riscatta e chiude la seduta di borsa con un rialzo dell’1,51%. L’indice FTSE MIB ha chiuso a 15.586 punti, spinto dai titoli bancari ma soprattutto dal balzo di Lottomatica (+5,16%) e di Autogrill (+4,96%). L’indice azionario italiano ha beneficiato dell’ottimo dato sulla fiducia delle imprese tedesche: a dicembre l’indice Zew è cresciuto a 6,9 punti dai -15,7 punti di novembre, mentre gli analisti si aspettavano un miglioramento più contenuto a -11,3 punti.

Economia italiana in ripresa solo nel 2014 secondo Confindustria

L’economia italiana non riuscirà a riprendersi seguendo le stime del governo, ma solo a partire dal 2014. E’ quanto emerge dall’analisi del Centro studi di Confindustria, che ha rivisto anche le stime sul pil per l’anno in corso e per il 2013. Secondo l’Organizzazione più importante per la tutela degli imprenditori italiani, il 2012 si chiuderà con una recessione meno pesante del previsto: il pil è atteso in calo del 2,1%, meglio di quanto stimato in precedenza (-2,4%). Per il 2013, invece, la stima sul pil è peggiorata.

Spread a 164 punti secondo CSC

 Il Centro studi di Confindustria nella giornata di oggi ha dichiarato che lo spread effettivo tra i titoli di Stato Italiani e quelli della Germania è di 164 punti, calcolando lo scorporo di 300 punti base dovuti agli effetti contagio e alle indecisioni dell’Unione Europea sulle misure contro la crisi.

Eni aumenta influenza su Confindustria

 L’Eni sembra aver in mente una strategia ben precisa per incrementare la propria influenza in Confindustria. Dopo esser stato uno dei principali protagonisti della vittoria di Giorgio Squinzi come presidente dell’associazione degli Industriali, infatti, Eni ha sostanzialmente premuto affinchè Confindustria organizzasse un incontro ufficiale sul tema degli investimenti esteri in Italia, fissato per la giornata del 12 aprile, poco prima della comunicazione con la quale Squinzi formalizzerà la composizione della propria squadra per il comando di Confindustria.

Marchionne conferma, Fiat fuori da confindustria ad inizio 2012

 Come già affermato nella lettera inviata lo scorso 30 Giugno ad Emma Marcegaglia, l’AD di Fiat, Sergio Marchionne ha confermato che la sua azienda uscirà a partire dal prossimo 1 Gennaio 2012, da confindustria. La lettera inviata da Marchionne alla Marcegaglia, indica precisamente il motivo per cui la Fiat decide di uscire da confindustria. Il principale motivo, è che secondo l’AD di Fiat sono cambiati i piani di confindustria, la situazione si è mutata in negativo per le aziende e FIAT ha quindi deciso di uscire, per poter continuare ad essere una parte fondamentale del sistema economico italiano.

Manifesto delle imprese in cinque punti per salvare l’Italia

 Confindustria e altre associazioni imprenditoriali, presenterà al Governo un manifesto delle imprese in cinque punti per salvare l’Italia, una serie di punti indispensabili che potrebbero salvare il nostro Paese dalla crisi che non accenna a lasciare il passo a una crescita più sostenuta. Una serie di punti che chiariscono quali siano le riforme da fare in fretta, gli interventi mirati. Questo é quello che ha annunciato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, intervenendo all’assemblea di Confindustria Toscana. La decisione, ha spiegato l’imprenditrice, e’ stata presa ieri dal direttivo di Confindustria.

Pil Italia: rischio crescita zero

 Dopo il tonfo del Pil negli anni più bui della crisi, l’Italia rischia non solo una bassa crescita anche per gli anni a venire, ma anche un prodotto interno lordo in espansione, anzi in stagnazione, in prossimità dello zero. E’ questo, in estrema sintesi, l’allarme lanciato dalla Confindustria, attraverso il proprio Ufficio Studi, nel rilevare e stimare come di questo passo l’Italia rischi fasi prolungate di crescita del Pil, annualmente, sotto la soglia dell’1%.