Ripresa economica Eurozona nella seconda metà dell’anno – Bce

 La Banca Centrale Europea si conferma cautamente ottimista e stima che la ripresa economica dell’Eurozona prenderà luogo nella seconda parte dell’anno. Nel suo bollettino mensile l’istituto centrale banchiere di Francoforte assicura che la politica monetaria rimarrà comunque accomodante, a sostegno di una più celere ripartenza dell’economia dell’area euro. Preoccupa, tuttavia, il continuo deterioramento del mercato del lavoro, con tassi di disoccupazione record.

Crisi spaventa 8 italiani su 10

La crisi economica italiana aumenta il senso di insicurezza e di instabilità per i cittadini. A sostenerlo è il ‘Rapporto sugli italiani e la sicurezza”, realizzato da Fondazione Unipolis, Demos&Pi e Osservatorio di Pavia e presentato recentemente a Milano, sottolineando dati particolarmente emblematici: 8 italiani su 10 si dicono insicuri sotto il profilo economico, 9 su 10 avvvertono in Italia profonde divisioni economiche e sociali.

Spread, perché è così alto?

 Nel suo periodico aggiornamento sul Fiscal monitor, il Fondo Monetario Internazionale ha affermato che l’ampio spread che separa il rendimento dei  titoli di Stato italiani da quelli tedeschi è ingiustificato almeno per quanto concerne 200 punti, che non sarebbero pertanto supportati dalla scarsa qualità degli elementi di lungo termine del bilancio e dell’economia del Paese. In altri termini, lo spread – che da tempo oscilla tra 400 e 500 punti – è per buona parte influenzato da elementi non strutturali.

In calo gli investitori istituzionali del segmento Star

 La quinta edizione dell’indagine “Gli investitori istituzionali nel Segmento Star di Borsa Italiana” ha messo in luce le ultime rilevazioni di questo comparto così importante di Piazza Affari: entrando maggiormente nel dettaglio e prendendo spunto da quanto elaborato dalla Consob, all’inizio di questo mese di marzo risultavano presenti sessantasette investitori istituzionali, di cui soltanto diciannove di nazionalità italiana. Questo vuol dire che il valore totale dell’investimento in questione si è attestato sugli 1,2 miliardi di euro. In aggiunta, si può anche dire che i soggetti stranieri rappresentano il 72% del totale, con un investimento di novecento milioni di euro.

Bankitalia chiede il taglio di bonus e dividendi

 Il diktat giunto da Palazzo Koch è stato chiaro e inequivocabile: secondo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il comportamento che gli istituti di credito italiani devono tenere in questo momento di crisi va improntato al massimo contenimento dei costi della remunerazione variabile, sia dei manager che degli azionisti. Questa regola si traduce in un possibile taglio dei bonus destinati al management, ma soprattutto dei dividendi e dei relativi acconti, il tutto con l’obiettivo di perfezionare i vari profili patrimoniali. La settimana che comincerà domani sarà ricca di assemblee, dunque la stessa Bankitalia si è voluta far sentire in anticipo, ricordando come la politica più giusta in una situazione come quella attuale sia quella del risparmio.

Crisi Europa è colpa dell’Italia?

 Secondo uno degli editorialisti di Bloomberg, Simon Johnson, la crisi europea non avrà una buona fine per i suoi protagonisti principali. In particolare, le criticità cui sta andando incontro l’Unione Europea sembrano divenire influenze dirette delle cattive performance dell’Italia e della Banca Centrale Europea, candidate ad essere le colpevoli di un “delitto” compiuto ai danni della stabilità dell’area euro.

Secondo quanto riporta Johnson in un suo recente approfondimento, sarebbero due le scuole di pensiero intorno alla crisi europea: la prima ritiene che l’Italia si salverà grazie all’intervento di Mario Monti. Il premier adotterà le misure necessarie per reintrodurre l’opportuna ondata di austerity, e convincerà la Germania a non domandare altri tagli di budget. Il supporto del governo, e l’influenza della BCE, permetteranno all’Italia e all’Europa di salvarsi.

Crisi economica, le previsioni per il 2011

 L’economia mondiale è di nuovo alle prese con una crisi finanziaria simile a quella di tre anni fa? Che cosa dicono esattamente le previsioni in tal senso? Sono queste le due domande che necessitano delle risposte più urgenti in questo momento, con gli alti spread sui debiti sovrani e i rischi default che incombono come grossi macigni: il raffronto tra il 2011 e il 2008 è quindi praticamente obbligatorio. Anzitutto, il precedente più “illustre” riguardò in prima battuta gli Stati Uniti per poi estendersi a macchia d’olio a tutto il resto del mondo, mentre stavolta la congiuntura sta nascendo dal continente europeo. C’è molto da imparare da quanto successo dal crack di Lehman Brothers in poi, così da ottenere delle previsioni attendibili per quest’anno: in realtà, però, attualmente si stanno commettendo gli stessi errori di non molto tempo fa, segno che la lezione non è stata affatto compresa.

Mercati: recessione inevitabile in America?

 A turno gli esperti portano avanti il teatrino delle dichiarazioni senza freni e senza riserve. Il momento dopotutto è il migliore per tentare il colpaccio mettendosi in mostra con previsioni di una certezza sconcertante. La recessione sembra adesso inevitabile secondo Roubini, mentre Buffet incita i suoi fan a continuare a comprare per il medio-lungo periodo.

Piazza Affari: allarme sul default Americano affonda l’Europa

 L’importanza del Mercato Americano e del futuro dello stesso ancora una volta condiziona l’andamento globale dei Mercati arrivando ad affondare anche Piazza Affari che perde, al momento, oltre il 3% sull’indice FTSE-Mib; l’andamento ciclico non è stato gravemente compromesso, visto che ancora ci troviamo in una tolleranza temporale che include la possibilità di un minimo fino alla giornata di domani, da cui iniziare poi il recupero.

Banche italiane: Standard and Poor’s non fa sconti

 Dopo aver rivisto da “stabile” a “negativo” l’outlook sull’Italia, l’Agenzia di rating Standard and Poor’s non fa sconti neanche alle nostre banche. Oggi a Piazza Affari le azioni degli Istituti di credito italiani stanno tentando il rimbalzo, ma ieri è stata una sessione tutt’altro che entusiasmante dopo che proprio S&P ha rivisto al ribasso l’outlook, da “stabile” a “negativo”, su alcune banche italiane, tra cui Mediobanca e Intesa Sanpaolo.