Speculazione titolo Fiat su aumento di capitale

L’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, è recentemente intervenuto a smentire le voci di aumento di capitale, definendole come pure speculazioni. “Non ho mai previsto un aumento di capitale, si tratta di speculazioni che hanno avuto effetto negativo sul titolo” – ha infatti dichiarato il manager, chiudendo di fatto ufficialmente (ma fino a quando?) le voci che avrebbero voluto il top management di Fiat in fase valutativa su un possibile aumento di capitale finalizzato a ripatrimonializzare l’azienda.

Fiat trattative in Russia

 Secondo quanto annunciato da Milano Finanza, Fiat sarebbe in trattative per costruire uno stabilimento nei pressi della metropoli russa di San Pietroburgo. La mossa potrebbe essere la leva decisiva per rafforzare la propria posizione sul mercato russo, in grado di garantire alle compagnie auto un tasso di crescita a due cifre. In crisi sul territorio nazionale, il gruppo guidato da Sergio Marchionne cerca così di trovare fortuna al di fuori dai patri confini, auspicando di poter finalizzare l’intesa per il nuovo sito produttivo entro la fine dell’anno.

Fiat al centro delle polemiche del fine settimana

 Fiat è ancora al centro delle polemiche del weekend. Dopo l’abbandono del progetto Fabbrica Italia e le accuse di inadeguatezza lanciate da alcuni imprenditori (come Diego Della Valle) all’amministratore delegato Sergio Marchionne, è il governo a intervenire sulla faccenda, con il ministro dello Sviluppo Economico che dichiara come “gli annunci non permettano ancora di comprendere le strategie della società in Italia”. Ne consegue una discreta urgenza nel fare chiarezza tra le varie ipotesi al vaglio.

“Il ministro dello Sviluppo economico” – afferma La Repubblica in un suo recente approfondimento online – “si inserisce nella partita Fiat. E dopo i richiami dei sindacati Corrado Passera chiede chiarimenti al Lingotto sul futuro di Fabbrica Italia. Il progetto definito dal gruppo torinese “vecchio” perché “il mercato è crollato”. E così Passera ha detto: “E’ giusto, importante ed urgente fare chiarezza al più presto possibile al mercato e agli italiani”.

Problemi Fiat sono causati da Marchionne?

 Il patron di Tod’s, Diego Della Valle, è intervenuto sulla vicenda Fiat con un comunicato particolarmente duro, nel quale accusa il management della società del deludente andamento aziendale. “Il vero problema della Fiat” – dichiara Della Valle nel comunicato – “non sono i lavoratori, l’Italia o la crisi (che sicuramente esiste): il vero problema sono i suoi azionisti di riferimento e il suo Amministratore Delegato. Sono loro che stanno facendo le scelte sbagliate o, peggio ancora, le scelte più convenienti per loro e i loro obiettivi, senza minimamente curarsi degli interessi e delle necessità del Paese. Paese che alla Fiat ha dato tanto, tantissimo, sicuramente troppo”.

Fiat preannuncia piani per l’Italia

 L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha preannunciato i nuovi piani per l’Italia. Poche novità, qualche sorpresa, e un’anticipazione sulla sorte di quanto precedentemente contenuto nel piano industriale e nelle iniziative aziendali. “Da quando Fabbrica Italia è stata annunciata nell’aprile 2010 le cose sono profondamente cambiate” – ha comunicato Fiat in una nota – “Il mercato dell’auto in Europa è entrato in una grave crisi e quello italiano è crollato ai livelli degli anni settanta. E’ quindi impossibile fare riferimento ad un progetto nato due anni e mezzo fa”.

Fiat rinvia la nuova Punto?

 Sarebbe il timore di un prolungamento della crisi economica, e i suoi risvolti sul fronte commerciale, a spingere la Fiat a spostare al 2015 la commercializzazione della nuova vettura. Un’idea ancora non confermata, che il quotidiano La Repubblica sostiene tuttavia essere particolarmente fondata. In attesa di avere un riscontro dal Lingotto, cerchiamo di capire quali sono le ultime strategie di Fiat, e in che modo la compagnia torinese si appresta a gestire questa nuova fase di mercato.

“La pessima situazione del mercato dell’auto in Italia e in Europa (qui ne avevamo parlato: gli italiani non comprano più auto) potrebbe spingere Fiat a rinviare al 2015 la produzione della nuova Punto. Lo riferiscono all’agenzia di stampa Radiocor fonti del settore automotive” – esordisce così il presunto scoop del quotidiano, che rimbalza mediaticamente le notizie lanciate su Radiocor – “Fiat “non conferma” la notizia e rimanda al nuovo piano industriale di prodotti e utilizzo degli impianti che l’ad Sergio Marchionne intende annunciare a fine ottobre, in occasione della trimestrale. Inizialmente la nuova Punto doveva vedere la luce nel 2013, ma già nei mesi scorsi erano circolate indiscrezioni secondo cui sarebbe slittata al 2014. A giugno Marchionne aveva detto che il progetto della nuova Punto “è uno di quelli che stiamo riconsiderando”. Le fonti hanno anche indicato, tra gli stabilimenti maggiormente a rischio di Fiat in Italia, quello di Cassino”.

Fiat è alla ricerca di un nuovo partner commerciale

 L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, è un vero e proprio fiume in piena in questi giorni: dopo l’annuncio del suo incarico prolungato almeno fino al 2015 e qualche accenno a una sua possibile e futura sostituzione, la giornata di ieri è stata dedicata ad altri discorsi. Il Salone dell’Auto di Detroit è foriero di interventi importanti e l’ultimo in ordine temporale ha riguardato le strategie commerciali del Lingotto. In effetti, la casa torinese e la Chrysler, il celebre alleato americano, hanno compreso che il mercato automobilistico di questo nuovo anno sarà sostanzialmente simile a quello del 2011, quindi è quantomeno necessario ricercare un terzo partner che possa condividere in maniera piena gli sforzi industriali del duo italo-statunitense, oltre ai vari costi di sviluppo che sono necessari per i nuovi modelli.

Fiat e Chrysler: entro il 2012 4,2 milione di auto vendute

L’AD di Fiat, Sergio Marchionne, nella mattinata di oggi è intervenuto presso la conferenza degli industriali britannici e non si è lasciato scappare l’occasione per parlare dell’ormai forte binomio FiatChrysler che in questi ultimi mesi sta dando parecchie soddisfazione a Marchionne. L’a.d. di Fiat ha dichiarato che entro il 2014 si riuscirà a raggiungere l’obbiettivo di 6 milioni di unità vendute, toccando i 4,2 milioni nel 2012, diventando così il quinto gruppo mondiale.

Marchionne conferma, Fiat fuori da confindustria ad inizio 2012

 Come già affermato nella lettera inviata lo scorso 30 Giugno ad Emma Marcegaglia, l’AD di Fiat, Sergio Marchionne ha confermato che la sua azienda uscirà a partire dal prossimo 1 Gennaio 2012, da confindustria. La lettera inviata da Marchionne alla Marcegaglia, indica precisamente il motivo per cui la Fiat decide di uscire da confindustria. Il principale motivo, è che secondo l’AD di Fiat sono cambiati i piani di confindustria, la situazione si è mutata in negativo per le aziende e FIAT ha quindi deciso di uscire, per poter continuare ad essere una parte fondamentale del sistema economico italiano.

Marchionne vola a Detroit per parlare con i sindacati Chrysler

Sergio Marchionne ha lasciato nella tarda serata di ieri il salone dell’auto di Francoforte per dirigersi a Detroit per cercare di portare a termine le trattative relative al rinnovo del contratto dei dipendenti del settore auto, che scadrà alle ventiquattro di questa notte, per gli stabilimenti Fiat e Chrysler in USA. L’a.d. di Fiat non ha quindi partecipato alla riunione dell’ACEA, l’Associazione dei costruttori europei, che si è tenuta nella mattinata di oggi al Salone dell’auto di Francoforte.

Marchionne, conferma i target per il 2011 di Fiat e Chrysler

 Sergio Marchionne durante il salone dell’automobile a Francoforte, ha colto l’occasione per confermare i target per l’anno 2011, per le due aziende da lui gestite; la Fiat e la Chrysler. Marchionne ha poi aggiunto “Il 2011 e il 2012 sono comunque anni difficili per il comparto dell’auto, in particolare in Europa. Per l’Italia sara’ totalmente debole”. Per i modelli ancora in produzione a Mirafiorinessuna decisione e’ stata presa, stiamo analizzando la situazione” ha concluso Marchionne, dichiarando che “entro quale settimana decideremo” se produrre o meno i suv Alfa e Jeep nello stabilimento come accordato con i sindacati nell’ultimo incontro.