I Forconi in Sicilia continuano la protesta

 Il quadro che emerge da questa situazione é quello di uno scenario dove rabbia e desolazione sono i soggetti principali. La desolazione di chi a causa della crisi non riesce ad andare avanti e la rabbia di fronte alle scelte del governo, che contribuiscono a stremare la categoria. I padroncini dell’Aias finiranno la protesta iniziata qualche giorno fa, ma tutti gli altri autotrasportatori indipendenti, imprenditori agricoli e pescatori continueranno gli scioperi a oltranza, fino a quando si avrà una risposta dal governo. Le città anche sono stremate da cinque giorni di proteste: manca la benzina, gli autotrasportatori sono fermi e gli scaffali dei supermercati si svuotano, furti di benzina, vigili urbani rimasti a piedi per mancanza di carburante.

In Sicilia rivolta degli autotrasportatori contro il caro gasolio

 Alla stessa stregua di quanto avvenuto in Nigeria, sembra che altri gruppi si stiano organizzando per esprimere il proprio dissenso rispetto al caro carburanti. Da quando il 1° gennaio 2012 il Presidente Goodluck ha annunciato l’eliminazione delle sovvenzioni per il carburante (con conseguente aumento del prezzo della benzina) le proteste in varie città non si sono fatte attendere: a Lagos, Abuja, Port Harcourt, ma anche in luoghi più anonimi, tra cui Abeokuta, Benin City. Dopo queste proteste il governo ha ha preso provvedimenti, ha ridotto i prezzi e ha sottolineato che continuerà verso la completa liberalizzazione del settore petrolifero. Date le difficoltà subite dai nigeriani, come sottolineato dal presidente, il governo ha approvato la riduzione del 30 per cento del prezzo della benzina.

Niente ICI e niente infrastrutture e difesa del suolo in Sicilia e Calabria

Il taglio dell’ICI ha reso contente un numero immenso di famiglie, l’abolizione della tassa sulla prima casa farà si che gli italiani possano dedicare ad altre spese la somma che fino a poco fa veniva periodicamente sottratta. Ricordiamoci però che lo Stato rappresenta un’azienda, seppur senza scopo di lucro, per cui il “risultato di esercizio” non può chiudere in perdita. Non avendo ovviamente uno scopo lucroso, è comunque auspicabile che possa chiudere i conti di fine anno almeno alla pari. Cosa significa? In parole semplici, dato che è stata abolita la tassa Ici che per lo Stato rappresenta un entrata, ovviamente per pareggiare tale perdita lo Stato dovrà ridurre i costi. Ed anche in questo caso lo Stato non si è smentito ed ha pensato di sottrarre somme dai fondi che erano destinati alle infrastrutture e alla difesa del suolo (ex risorse Ponte Stretto) in Sicilia e in Calabria (1.363,5 milioni di euro).