Per il Giappone la recessione è quasi certa, dubbi sulla politica monetaria mentre il dollaro recupera sullo yen

 Ancora brutte notizie dal Giappone: nell’ultimo trimestre l’economia nazionale è arretrata del 3% a causa soprattutto dei consumi e del calo delle esportazioni. Nel secondo trimestre dell’anno si è quindi avuta un’accelerazione verso il basso, cosa che ha stupito in quanto le attese erano per un calo annualizzato del 2,4%. Nel primo semestre invece il calo è stato dello 0,7%,  questo è il dato peggiore dal 2001, anno di recessione per l’economia giapponese. Scendendo nei dettagli possiamo dire che a soffrire sono stati in particolare i consumi, scesi dello 0,5% sia quelli delle imprese che quelli dei consumatori. I consumatori hanno poi assistito a causa dell’inflazione ad una perdita di potere di acquisto dei loro stipendi.

La nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac da nuova fiducia ai mercati. Ottima seduta in Asia, apertura a razzo in Europa

 Ieri il Tesoro americano ha deciso di nazionalizzare Fannie Mae e Freddie Mac per evitarne il fallimento e dare sostegno al mercato immobiliare, centro della attuale crisi.
Mentre si attende di vedere come reagiranno le borse europee e americane i primi effetti sui mercati sono già arrivati. L’indice MSCI Asia Pacific ex Japan è salito di oltre il 4%, il Nikkei ha messo a segno un + 3,8% ,forte rialzo per i titoli del settore finanziario tra cui spiccano Mizuho Financial Group e Macquarine. La seconda banca giapponese e la prima banca di affari australiana hanno messo a segno rialzi sopra al 10%. I futures per le borse europee fanno pensare a rialzi sopra al 3% in tutte le piazze finanziarie, in fase di apertura si mettono in evidenza i titoli delle banche, con rialzi compresi tra il 4 e il 6% con l’ S&P MIB che guadagna il 3,5%.

L’euro perde terreno a causa dello Zew tedesco, lieve ripresa del dollaro

 La moneta unica ha perso leggermente terreno verso lo yen e le altre principali valute rispetto alla chiusura di ieri. La causa è rappresentara dai timori legati all’economia europea, in particolare alla Germania. Ieri attenzione puntata sull’indice Zew che misura le attese del settore finanziario sull’andamento dell’economia e nonostante l’aumento dell’indice nel mese di agosto, lo Zew resta lontano dalla media storica di 28,3 punti: sale a -55,5 punti, rispetto ai -63,9 del mese precedente. L’indice, basato su un’indagine condotta tra 297 analisti ed investitori, è risalito quindi contro attese di un indice a -62,0, in un range di previsioni tra -70,8 e -50,0. La fiducia degli investitori tedeschi sulle prospettive per l’economia della Germania del mese di agosto è quindi migliorata oltre le aspettative degli economisti.

Wolfgang Franz, presidente dello Zew ha così commentato l’indice:

Gli esperti di mercati finanziari devono avere buone ragioni per non essere stati impressionati dal tasso di crescita negativo del Pil tedesco nel secondo trimestre 2008. Nel complesso, loro riconoscono la fase di debolezza, comunque in un contesto di economia solida, e giustamente non temono una recessione.

Il Giappone lascia i tassi invariati per stimolare la crescita

 La banca centrale giapponese ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse allo 0,5%.

Atsushi Mizuno, membro del consiglio direttivo, ha commentato tale scelta in una conferenza stampa tenutasi ad Aomori.

“Crediamo che il rischio che si verifichi un peggioramento della domanda domestica sia in aumento a causa degli alti prezzi dell’energia e delle materie prime. Nel portare avanti la politica monetaria ci siamo concentrati sui rischi di rallentamento dell’economia.”

Secondo le ultime stime infatti l’economia Giapponese quest’anno avanzerà solo dell’ 1,2% per raggiungere livelli attorno all’ 1,5% nel 2009.
Primo e unico obiettivo è quindi quello di sostenere la crescita in un paese che sta tuttavia assistendo ad un’accelerazione dell’inflazione, ai massimi degli ultimi 15 anni (1,9% è il dato di giugno).