L’Ue denuncia gli squilibri economici dell’Italia

 L’Unione Europea è convinta che l’Italia sia uno di quei paesi che presentano i maggiori squilibri dal punto di vista macroeconomico: questo vuol dire che, secondo il punto di vista di Bruxelles, il nostro paese è caratterizzato da una struttura ben precisa, vale a dire con delle aree che sono ben sviluppate e industrializzate (è il caso delle regioni del centro-nord) e altre che invece presentano una attività economica molto inferiore, senza dimenticare gli squilibri che esistono per quel che concerne il reddito dei vari cittadini. Questi dati emergerebbero, come anticipato dall’Ansa, dal rapporto sul meccanismo d’allerta che è stato posto in essere dall’Ue, un documento che diventerà ufficiale e che sarà reso pubblico a tutti nel corso della giornata di domani.

L’Ue vara ufficialmente l’European Stability Mechanism

 La Cina è decisamente più vicina al continente europeo: l’eurozona ha appena firmato il trattato che prevede l’introduzione dell’European Stability Mechanism (Esm), il fondo salva-Stati permanente, ma fa sicuramente notizia anche l’annuncio del premier cinese Wen Jiabao circa il rafforzamento della partecipazione del suo paese a questi meccanismi. La piena funzionalità dell’Esm è prevista per il prossimo 1° luglio, anche se bisogna precisare che molti dettagli potranno essere rivisti da qui al prossimo mese. In effetti, è stato stabilito anche che la forma finale del fondo potrebbe essere rivista il 1° marzo, anche se per il momento si conosce nel dettaglio la dotazione finanziaria (500 miliardi di euro), con la possibilità di incrementare il totale grazie al contributo della Germania.

La Germania preme per unire i due fondi Ue di salvataggio

 La Germania è più che mai intenzionata a combinare i due fondi di salvataggio destinati al continente europeo, la soluzione che viene ritenuta più adeguata per potenziare la lotta contro la crisi fiscale: nel dettaglio, questa “fusione” dovrebbe riguardare il fondo permanente, così da rendere ancora più efficiente quello temporaneo che ha cominciato a produrre i propri effetti a partire dallo scorso mese di luglio. L’urgenza di queste misure è divenuta ancora più alta alla luce delle difficoltà che sta incontrando la Grecia, fin troppo vicina al default. Il commissario europeo agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn, ha ribadito che questi rinforzi finanziari sono i benvenuti.

Standard & Poor’s declassa il rating anche dell’Efsf

 Standard & Poor’s non ha avuto pietà nemmeno per il cosiddetto “Fondo Salva Stati”, l’European Financial Stability Facility (meglio noto con la sigla Efsf): i downgrade di paesi importanti come Francia e Austria è stato soltanto il preambolo per questo nuovo declassamento, con il veicolo finanziario in questione che ha visto il suo rating scendere da AAA ad AA+, la seconda miglior valutazione da parte dell’agenzia americana. Le motivazioni sono presto dette, la stessa Standard & Poor’s aveva fatto sapere non più tardi di un mese fa che la perdita della tripla A da parte di uno dei garanti del meccanismo avrebbe comportato lo stesso destino anche per l’Efsf, e così è stato.

L’eurozona vara l’aumento delle risorse per l’Fmi

 I ministri dell’eurozona hanno concordato proprio ieri il potenziamento delle risorse del Fondo Monetario Internazionale di 150 miliardi di euro: si tratta di una misura volta a contrastare in maniera ancora più efficace la crisi del debito, ma non è ancora chiaro se si potrà raggiungere il limite dei duecento miliardi, soprattutto alla luce del diniego britannico. La conference call in questione è durata ben tre ore e al termine di essa, gli stessi ministri hanno annunciato che le nuove garanzie di prestito nei confronti dell’organizzazione di Washington verranno messe a disposizione anche dalla Repubblica Ceca, dalla Danimarca, dalla Polonia e dalla Svezia, paesi che non fanno parte dell’unione monetaria.

Schaeuble auspica ancora una modifica del Trattato di Lisbona

 Cambiare il Trattato di Lisbona per includere delle regole fiscali ancora più stringenti per le nazioni dell’Unione Europea: è questo secondo Wolfgang Schaeuble, ministro tedesco delle Finanze, l’intervento da realizzare con maggiore urgenza e che sarebbe stato auspicabile ottenere nei recenti summit dei leader comunitari. Schaeuble ha rilasciato un’intervista al quotidiano teutonico Frankfurter Allgemeine Zeitung, mettendo in luce quali sono le sue prese di posizione in questo preciso momento storico.

Bruxelles indaga sul possibile cartello degli e-book

 Ormai non ci si stupisce più se i cartelli vanno a riguardare tutti i settori: l’ultima indagine a tal proposito è stata condotta a livello continentale dalla Commissione Europea, insospettita dalle situazioni ambigue che si erano venute a creare nell’ambito dei cosiddetti e-book e la loro commercializzazione in territorio comunitario. Che cosa è successo esattamente? Bruxelles ha di fatto avviato una inchiesta formale per accertare l’esistenza o meno di questo cartello, focalizzando la propria attenzione su diverse case editrici: si tratta, nello specifico, della Hachette, della Penguin, della Simon & Schuster, della Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck e della Harper, cinque società piuttosto affermate che si sarebbero rese protagoniste di questa situazione poco chiara.

Grecia: Papandreou propone un referendum sugli aiuti Ue

 La situazione che si vive attualmente in Grecia è tra le più confuse e incerte dal punto di vista economico e sociale: gli scioperi e i disordini sono all’ordine del giorno, nessuno riesce ad accettare le severe misure di austerity, il duro prezzo da pagare per la crisi del debito sovrano. Si può spiegare soltanto con la volontà di placare tutto questo l’ultimo intervento del primo ministro ellenico George Papandreou, il quale è intenzionato a dar vita a un referendum sull’intesa che è stata raggiunta con i creditori nel corso dell’ultimo meeting dell’Unione Europea.

Antitrust Ue, nel mirino Johnson & Johnson e Novartis

 La Commissione Europea ha comunicato nel corso della giornata di ieri di aver avviato un’istruttoria contro due colossi quali Johnson & Johnson e Novartis: l’Antitrust comunitaria è dunque pronta ad accertare una nuova magagna, anche perché c’è il forte sospetto che le multinazionali in questione possano aver ristretto l’accesso del mercato ai concorrenti generici in Olanda. Bruxelles, come è noto, detiene anche questi poteri di tutela della concorrenza e del mercato e il suo obiettivo in questo caso sarà quello di appurare se la compagnia farmaceutica di New Brunswick e quella di Basilea hanno effettivamente collaborato per escludere altre aziende potenziali dal comparto relativo alle versioni generiche di Fentanyl, uno dei più potenti medicinali sintetici.

Microsoft-Skype, il beneplacito di Bruxelles

 Microsoft è la protagonista indiscussa delle vicende finanziarie di questi ultimi giorni: dopo l’’interessamento mostrato ieri dai vertici di Redmond nei confronti di Yahoo Incorporated, il colosso creato da Bill Gates torna a far parlare di sé per quel che riguarda la “conquista” di Skype, il celebre software di messaggistica e chiamate. Come ha accertato il quotidiano britannico Financial Times, l’acquisizione da 8,5 miliardi di dollari potrebbe diventare presto realtà, grazie soprattutto al via libera della Commissione Europea. In effetti, da Bruxelles sono giunti messaggi importanti da parte di Joaquin Almunia, il commissario che si occupa proprio di concorrenza all’interno dell’Ue.

Tirrenia, dismissioni trasparenti secondo il commissario D’Andrea

 C’è un aggiornamento importante per quel che riguarda le sorti della celebre compagnia di navigazione Tirrenia: come ha spiegato Giancarlo D’Andrea, attuale commissario straordinario della società campana, momentaneamente in fase di amministrazione controllata, le dismissioni che sono andate a riguardare la stessa Tirrenia e Siremar hanno rispettato in pieno tutte le condizioni e i requisiti che erano stati richiesti, sia dalle autorità del nostro paese sia da quelle comunitarie. La precisazione non è di poco conto, anche perché viene a inserirsi in un momento particolare, immediatamente successivo alla comunicazione di Bruxelles di voler avviare in via ufficiale un’inchiesta sul sostegno che è stato fornito dallo Stato italiano ai gruppi in questione.

Bruxelles abbozza la tassa sulle transazioni finanziarie

 Una ipotetica tassa sulle transazioni finanziarie continua a dividere gli addetti ai lavori di tutto il mondo: tra i detrattori figura anche il Tesoro degli Stati Uniti e diversi membri dell’eurozona, ma ciò non ha impedito a Bruxelles di approntare una bozza di progetto che verrà reso pubblico nei prossimi giorni. Che cosa ha in mente di preciso la Commissione Europea? Da qualche tempo il presidente Josè Manuel Barroso freme per questa introduzione, tanto che si parla già della settimana prossima come il periodo più adatto per la presentazione in questione. Negli ambienti comunitari, comunque, già circola questo documento, quindi si conosce qualche dettaglio e alcune linee guida, come ad esempio le aliquote da applicare.

L’UE dice no agli Eurobond

 La situazione decisamente preoccupante che sta attanagliando i mercati finanziari aveva aperto la Commissione europea all’idea di emettere eurobond per tentare di fermare queste turbolenze. La posizione del Presidente dell’Unione Europea, Herman Van Rompuy, é stata quella di un secco no. Per quanto riguarda l’introduzione della cosiddetta Tobin Tax sulle transazioni finanziarie, il Presidente della Ue ha sottolineato che a livello europeo c’è una posizione favorevole nonostante sul tema ci sia un intenso dibattito.