Tagli costi dell’unità tlc: Siemens manda a casa 6800 lavoratori


Siemens opera nei mercati della comunicazione, dell’automazione industriale e civile, dell’energia, dei trasporti, del medicale e dei sistemi d’illuminazione. A livello mondiale, Siemens è uno dei maggiori investitori in ricerca e sviluppo nel settore dell’elettronica e nell’ingegneria elettrica. Nell’esercizio 2006, il Gruppo Siemens ha destinato 5,6 miliardi di euro per la ricerca e sviluppo. I 48.900 ricercatori dei suoi 150 centri di ricerca sparsi in più di 30 paesi hanno registrato oltre 10.000 invenzioni durante lo scorso anno. Complessivamente, Siemens detiene più di 62.000 brevetti.

Ciò nonostante anche le grandi case hanno problemi, il gigante tedesco, leader nel settore dell’elettronica ha deciso di ridurre di ben settemila unità i propri dipendenti: quasi la metà del totale. Un taglio alla forza lavoro che risponde unicamente ad una logica finanziaria. Siemens da tempo cerca di vendere la propria divisione telefonica: con la soppressione di oltre il 40% dei dipendenti la società tedesca spera di renderla piu’ attraente. Un comparto, valutato intorno ai seicento milioni di euro, che Siemens cercherà di vendere ai concorrenti come Alcatel Lucent, i cui conti sono pero in profondo rosso, o Nortel.


Prima di Siemens Nokia aveva deciso di tagliare 2300 dipendenti nello stabilimento di Bochum a seguito della delocalizzazione in Romania , e a fine anno il colosso dell’auto Bmw aveva annunciato il licenziamento di 8000 posti di lavoro, la maggior parte dei quali con contratti a termine. Ecco quelli che sono gli effetti della mondializzazione: da un lato l’apertura di nuove frontiere e la possibilità di affacciarsi su nuovi mercati, dall’altro il rischio che affacciandosi su nuovi mercati si abbandoni quello nazionale e nello specifico, nel caso del mercato del lavoro, che si faccia riferimento a forza lavoro straniera e non locale.
VIA | TgFin

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