Intesa, ecco i tagli dopo acquisizione banche venete

E’ stato raggiunto nella notte l’accordo tra Intesa Sanpaolo e i sindacati sulla gestione del personale derivante dall’acquisizione delle attività della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.  Ed i numeri per quanto alti sono stati considerati accettabili.

Riassumendo: 9.000 persone usciranno volontariamente da Intesa, che si premurerà di assumerne 1.000 a tempo indeterminato e altre 500 a formula mista, ovvero parte time più rapporto di lavoro autonomo. In questo modo gli oneri di uscita per l’istituto saranno circa 45 milioni di euro al netto delle imposte da contabilizzare nel quarto trimestre dello stesso anno a fronte di un risparmio a regime di 675 milioni di euro l’anno dal 2021. Ha commentato il ceo Carlo Messina:

Quello raggiunto oggi è un passo molto importante in vista del Piano Industriale che verrà presentato agli inizi del nuovo anno: le sfide che abbiamo di fronte sono di notevole complessità, siamo convinti che nell’affrontarle Intesa Sanpaolo si confermerà tra le migliori banche in Europa.

In pratica in questo modo Intesa Sanpaolo accoglie tutte le domande di uscite volontarie, presentate da 7.500 persone nell’ambito del Fondo di Solidarietà del Governo con le ultime uscite previste entro il 30 giugno 2020 e le nuove assunzioni verranno eseguite “prestando attenzione alla rete, alle aree svantaggiate e ai nuovi mestieri, comprese assunzioni di categorie protette (collocamento obbligatorio) e tenendo conto delle persone con contratto a tempo determinato a oggi in servizio”.

Non stupisce quindi che Kepler Cheuvreux confermi oggi la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 3,4 euro sul titolo approvando di fatto il raccordo raggiunto tra le parti.