Ita, il nodo delle assunzioni

Ora che il passaggio da Alitalia ad Ita si fa sempre più “ufficiale”, scatta il momento di affrontare quello che è il nodo più importante a livello pratico, ovvero quello delle assunzioni. Il tema è tra i più scottanti e con molta probabilità tra i più difficili di affrontare.

A rischio un numero altissimo di lavoratori

Parliamo di oltre 12mila candidature per soli 2.800 posti di lavoro: un immensa mole di lavoratori che spera di trovare posto all’intero d’Italia Trasposto Aereo che dal 15 ottobre sostituirà in modo definitivo Alitalia. Il vettore è stato costretto a fissare un termine per le candidature, ovvero le 23 e 59 del 6 settembre, per poter dar via alla prima selezione: una decisione che non è piaciuta per niente ai sindacati che rischia di rendere ancora più difficile il confronto tra di loro e il presidente Alfredo Altavilla e l’ad Fabio Lazzerini di Ita.

Il possibile accordo da raggiungere tra le parti in merito ai lavoratori si fa in questo modo più difficile da raggiungere ed è evidente che rappresenti, per le parti sociali, un fattore che non fa sperare benissimo per il futuro. Come ha sottolineato Fabrizio Cuscito, segretario nazionale della Filt Cgil bloccare la piattaforma così presto non è un sentiero consigliabile da seguire se il piano industriale di Ita copre un intervallo di tempo che arriva al 2025. Insomma, sembra proprio che le trattative siano iniziate con il piede sbagliato: soprattutto se si pensa al grande numero di candidature arrivate quando ancora mancavano sette giorni alla fine della finestra utilizzabile per le stesse.

Il modello di assunzione di Altavilla

Ita vuole partire il 15 ottobre con 2.800 persone e 52 aerei: una situazione che seppure verrà vista al rialzo nei prossimi anni al momento lascia a terra, in senso figurato e non, una buona fetta dei lavoratori dell’attuale Alitalia che rischiano di rimanere fuori da ogni possibile accordo. E se da una parte si tenta di far aumentare le persone potenzialmente assunte a circa 5 mila, dall’altra i sindacati chiedono al Governo di estendere la Cassa Integrazione fino al 2025 per coloro che non possono maturare la pensione o trovare impiego alternativo.

Difficilmente sarà possibile trovare una soluzione che accontenti tutti, soprattutto i sindacati. Il presidente di Ita Altavilla vorrebbe, ottimizzando, proporre un modello pensato appositamente per risolvere i problemi dati dalle low cost e dalla pandemia e prevederebbe la riduzione di almeno il 15% rispetto agli stipendi di Alitalia, che potranno essere compensati con premi di risultato, in caso di profitti non prima del 2023. Unendo magari una maggiore flessibilità delle assunzioni.