Petrolio, fallimentare la mossa di Biden?

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha deciso d’intervenire direttamente sul problema del caro energia per tentare di abbassare i prezzi del greggio, evitando in questo modo potenziali minacce alla ripresa finanziaria degli Stati Uniti. Il problema, secondo la stampa specializzata in economia, consta nel fatto che questa mossa è stata inutile.

Previsioni petrolio Estate 2012

 Buona parte delle famiglie italiane seguono le previsioni del petrolio dando per scontato che queste possano influenzare direttamente il prezzo delle vacanze, ormai imminenti. In realtà il legame tra carburanti e petrolio è ormai completamente assente; in passato ad ogni rialzo del petrolio (quando il grafico era ancora in uptrend) si continuava a leggere di aumenti sui carburanti dovuti appunto all’inarrestabile rialzo della materia prima. Con il crollo verticale subito alla fine della prima metà del 2008 e proseguito fino all’inizio del 2009 però non si è registrato un ribasso netto proporzionale anche sui carburanti derivati. Questo ha fatto perlomeno insospettire chi segue un minimo i movimenti della finanza mondiale, confermando la tesi che i rialzi dei carburanti sono puramente speculativi e non direttamente proporzionale all’aumento del petrolio sul mercato finanziario, ormai completamente staccato dal mercato reale.

Prezzo del petrolio attorno ai 50 dollari al barile. A febbraio crollano i consumi dei prodotti petroliferi

 Il prezzo del petrolio torna ad attestarsi intorno ai 50 dollari a barile. Dopo essere crollato a picco sotto i 44 dollari in seguito alla recente decisione dell’Opec di mantenere invariata la produzione, il prezzo del greggio, infatti, si è riavvicinato ai 50 dollari a barile. A New York nella prima mattinata di oggi il future Light Sweet Crude sul (Wti) con scadenza ad aprile ha raggiunto i 48,51 dollari al barile mentre il Brent era a quota 47,77 dollari al barile.