Italia nessun buco derivati secondo il Tesoro

 Il Tesoro prova a spegnere sul nascere l’esplosiva miccia innescata dal Financial Times su un possibile buco derivati, dovuto ad alcuni contratti stipulati alla fine degli anni ’90 per favorire l’ingresso dell’Italia nell’eurozona. Il Ministero dell’Economia è intervenuto sull’argomento, sottolineando che non esiste alcun pericolo per i conti pubblici italiani derivanti da operazioni in derivati finanziari. Secondo il Financial Times, invece, l’Italia rischia una perdita di 8 miliardi di euro per avere stipulato 8 contratti derivati con banche estere dal valore nozionale di 31,7 miliardi di euro.

Secondo quanto affermato dagli esperti del Tesoro italiano, “gli strumenti di protezione dal rischio di interesse oggi gestiti non comportano perdite”. Il quotidiano finanziario britannico avrebbe effettuato il calcolo delle perdite sulla base dei valori di mercato delle attività sottostanti ai contratti derivati alla data 20 giugno 2013. E’ chiaro che si tratterebbe in ogni caso di perdite potenziali, ovvero sulla carta, ma il Tesoro smentisce in ogni caso un buco derivati in bilancio.

ITALIA: RISCHIO PERDITE SU DERIVATI PER 8 MILIARDI

Via XX Settembre ci ha tenuto a sottolineare che l’ipotesi avanzata dal FT è assolutamente priva di ogni fondamento, per cui la Repubblica Italiana non ha mai messo a punto operazioni in derivati finanziari per ottenere vantaggi nel processo di convergenza nell’area euro alla fine degli anni ’90. Il Tesoro ha poi spiegato che le transazioni di quel periodo sono state sempre registrate in modo trasparente, seguendo una prassi consolidata e rispettando le norme della contabilità nazionale ed europea. Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia, ha dichiarato che “non c’è nessuna perdita, non c’è nessun aggravio sui conti pubblici”.

Il Tesoro ha precisato che in ogni caso il valore di mercato di ogni strumento finanziario derivato in uno specifico momento, il cosiddetto mark-to-market, non è assimilabile a una perdita già maturata. Rientra così il timore che anche l’Italia potesse finire nella bufera dei derivati finanziari. Sebbene il loro utilizzo sia decisamente vantaggioso per la copertura dei rischi, spesso vengono utilizzati per scopi speculativi amplificando i guadagni ma anche le perdite. L’Italia ha tremato per qualche ora, ma secondo gli esperti il dossier dovrà essere ancora esaminato con cura prima di poter parlare di pericolo scampato.