Cambio euro-dollaro in calo, perché?

Il cambio euro-dollaro è uno dei fattori che più influenzano e sono influenzati dall’andamento dei mercati finanziari e dalle ingerenze geopolitiche globali. Perché in questo particolare momento tale scambio sta scendendo?

Andamento del cambio euro-dollaro

L’andamento del cambio euro-dollaro si è rivelato molto differente da quello che veniva ipotizzato negli anni scorsi: il supereuro che tutti gli investitori temevano da questo lato dell’oceano non si è mai presentato e tra le politiche accomodanti della BCE e una possibile recessione statunitense il cross non sembra essere pronto ad impennarsi. Guardando alle ultime settimane è possibile notare come lo scorso 16 agosto abbia toccato i suoi livelli più bassi del mese, facendo dimenticare quando nei primi giorni di agosto aveva toccato l’1,2 grazie alle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti che avevano portato ad una svalutazione del relativo cambio. Cosa succede ora? il cambio euro-dollaro sembra essere in procinto di muoversi verso il valore 1,10 portando gli analisti di Bloomberg a sostenere che vi sarebbe una probabilità del 49% che vi si arrivi ancor prima che arrivi settembre.

Perché discesa cambio euro-dollaro

Quel che diventa necessario comprendere per capire prima di tutto questo calo del cambio euro-dollaro è che al momento l’Eurozona è in sofferenza più di quanto possa sembrare, o meglio: a breve potrebbe soffrire ed in modo sensibile sia per una certa debolezza di alcune sue economie, sia proprio per via della guerra commerciale messa in atto da Donald Trump. Non bisogna dimenticare infatti che anche l’Europa è vittima della stretta voluta dal presidente degli Stati Uniti e che la maggior parte degli Stati membri sono grandi esportatori: questo significa che buona parte del bilancio dell’Eurozona è dipendente dalla congiuntura internazionale. Ecco quindi che le mosse della Fed di politica monetaria diventano non solo interessanti da seguire ma importanti da contrastare. A settembre quasi sicuramente si avrà la conferma di un nuovo round di quantitative easing pronto a stimolare le economie ed al contempo anche il cambio euro-dollaro: sarà importante vedere quale sarà la reazione della Federal Reserve americana e se ne suo essere accomodante sarà in grado di dare vita a iniziative capaci di “spegnere” la spinta al rialzo della moneta unica.

Concludendo, le prossime settimane saranno basilari per studiare ed ipotizzare l’andamento del cross, soprattutto perché l’euro non punta sulla domanda interna a differenza delle altre monete con le quali viene scambiata. Il tutto si giocherà, come spesso è accaduto anche in passato, in campo geopolitico.