La manovra diventa decreto legge, le novità

 Il presidente della Repubblica ha emanato il decreto legge con le disposizioni urgenti per la crescita, l’equità ed il consolidamento dei conti pubblici: a Montecitorio fanno sapere che si lavorerà anche nel ponte dell’Immacolata per studiare gli emendamenti da proporre. La manovra Monti di cui in queste ultime settimane hanno discusso tutti gli italiani, dai governatori nella conferenza delle Regioni, dalla maggioranza e la nuova opposizione, fino ai comuni cittadini al bar, è divenuta legge, ecco alcune novità.

Bonus IRAP per le imprese, donne e giovani. Le imprese che assumeranno donne e/o giovani sotto i 35 anni a tempo indeterminato potranno dedurre 10.600 euro per ogni assunzione.  Per le regioni del Mezzogiorno la quota da dedurre sale a 15.200 (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

Banche. I funzionari e i titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo non potranno rivestire analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti.

Capitali scudati. Chi ha riportato in Italia i capitali detenuti all’estero, dovrà versare una specie di conguaglio, pari all’1% dei capitali scudati. Questa imposizione ha generato non poche polemiche, in quanto, con lo scudo fiscale, il governo aveva promesso che non sarebbero stati imposti nuovi balzelli dopo il rientro del denaro. L’imposta dovrà essere pagata in due rate: una a febbraio 2012 e l’altra a febbraio 2013.

Fondi per la cultura. Andranno 1,3 milioni di euro all’Accademia dei Lincei, 700mila euro saranno all’Accademia della Crusca.

Superbollo. Dal prossimo anno l’addizionale erariale della tassa automobilistica ammonterà a 20 euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a centottantacinque chilowatt.

L’Irpef, quindi, rimane invariato, confermato l’aumento dell’Iva e dell’Ici che rientra in un fondo denominato Imu, la cosiddetta imposta municipale unica.  Il fondo Imu contemplerà al suo interno oltre all’Ici anche l’imposta Tarsu. Saranno esenti dagli aumenti coloro che dispongono di redditi che non superano i 20 mila euro.

 

 

 

 

 

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