HP valuta cessione stampanti e pc

 HP starebbe valutando una clamorosa cessione: quella della divisione pc e stampanti, che per anni ha costituito il fiore all’occhiello dell’offerta commerciale dell’azienda statunitense. La possibilità era stata chiaramente delineata da Leo Apotheker, l’ex CEO, per poi finire parzialmente nel dimenticatoio. Ora tuttavia, in un documento depositato alla Sec lo scorso 27 dicembre, HP ha posto nero su bianco la necessità di “continuare a valutare possibili cessioni di assete divisioni di business non più in grado di aiutare la società a raggiungere i propri obiettivi”.

A parlarne apertamente, nei media italiani, è stata per prima Milano Finanza, che ha commentato il disegno strategico della società, per altro condiviso da molti analisti. “HP” – afferma il quotidiano – “che ha realizzato un fatturato di 35,7 miliardi di dollari dalla divisione, pari al 29% del totale, è ormai l’unico colosso tecnologico a essere impegnato su pressoché tutti i fronti del settore IT, dai server e le soluzioni per i grandi clienti sino appunto a pc e stampanti per la clientela consumer, passando per software, consulenza e prodotti evoluti per il networking. Una visione che buona parte degli altri colossi ha abbandonato per concentrarsi su di un unico filone e reggere così una competizione sempre più serrata” (vedi anche Hp crolla a Wall Street su maxi-perdite e irregolarità contabili).

Ad ogni modo l’operazione, pur ancora ipotetica, non sarà certamente possibile concluderla nel breve termine, visto e considerato che la compagine – pur prima società al mondo nel campo del pc – potrebbe avere significativi problemi nel cedere la divisione pc, valutate le straordinarie dimensioni della stessa e le prospettive in un settore che, almeno nei mercati maturi, non sembrano essere particolarmente rosee.

Per spegnere i facili clamori, d’altronde, la stessa società aveva specificato nel documento la possibilità di cedere le divisioni solo “a prezzi o condizioni meno desiderabili rispetto a quanto prospettato”, aggiungendo che “l’impatto di eventuali disinvestimenti sulla crescita dei nostri ricavi potrebbe essere più elevato rispetto a quanto preventivato” (vedi anche General Electric compra Avio).

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