Grecia deve uscire dall’euro secondo presidente IFO tedesco

 Hans-Werner Sinn, professore di Economia e Finanza Pubblica all’Università di Monaco di Baviera e presidente dell’istituto IFO, ha dichiarato che “l’uscita della Grecia dall’euro è sempre più vicina”. Secondo il professore tedesco, però, l’eventuale Grexit “non è un disastro per la zona euro e non certo per i greci”. In uno studio pubblicato su WirtschaftsWoche lo scorso 26 maggio, Sinn fa notare che in Germania si sta diffondendo sempre più un sentimento di insofferenza verso i paesi “cicala” dell’Europa periferica, in primis verso la Grecia.

Secondo Sinn, “l’uscita della Grecia dall’euro è inevitabile perché il paese è diventato troppo costoso, a causa del credito a basso costo che è arrivato con l’euro. Per tornare a essere competitiva, la Grecia deve diventare meno cara del 30%. L’Info Institute calcola che una svalutazione del 37% è necessaria solo per rimettersi alla pari con la Turchia”. Secondo Sinn la riduzione del debito bancario sarà possibile solo attraverso una forte svalutazione e con il ritorno alla dracma.

Sinn ritiene che Atene dovrà abbassare i prezzi, perché “la Germania non sosterrà una strategia di inflazione in Europa”. La situazione greca viene accostata a quella della Repubblica di Weimer, ma per svalutare e tornare competitivo il paese ellenico non potrà farlo restando nella zona euro. La Grecia ha già ricevuto l’equivalente di 116 piani Marshall, tra piani di salvataggio, acquisto di titoli pubblici da parte della BCE, credit target della BCE e ristrutturazione del debito.

Secondo Sin la Grexit può generare un effetto-contagio al resto dell’Europa, che però può avvenire anche se il paese dovesse restare nell’euro. Il professore tedesco dichiara che “se la Grecia resta nell’euro e riceve un ulteriore sostegno, i paesi forti alla fine dovranno anche aiutare Portogallo, Spagna, Italia e infine la Francia. La metà della zona euro sosterrà l’altra, una situazione impossibile”. Secondo Sinn il default della Grecia costerebbe alla Germania 80 miliardi, ma se dovesse lasciare l’unione monetaria non costerebbe nulla.

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