Bpm nessuna vendita di quote da parte di Investindustrial

 La Banca Popolare di Milano continua a soffrire di evidenti problemi di governance, tanto che il presidente del consiglio di gestione Andrea Bonomi ha lanciato un allarme in vista della prossima assemblea dei soci del 22 giugno, che sarà chiamata ad approvare l’aumento di capitale da 500 milioni di euro per rimborsare i Tremonti bond in scadenza. Bonomi ha sottolineato di non aver cambiato idea sulla necessità di una modifica alla governance, ma per ora il mercato non ha apprezzato il passo indietro sulla possibilità di trasformare la popolare in Spa.

Bonomi ha comunque dichiarato espressamente che “non si può arrivare all’aumento con la governace attuale”. Ieri a Piazza Affari il titolo Bpm ha chiuso ancora una volta in deciso calo, evidenziando una flessione del 2,63% a 0,4226 euro. Tre giorni fa i prezzi erano scesi a 0,4131 euro, sui livelli più bassi da metà dicembre scorso. Bonomi ha poi smentito che il fondo di private equity Investindustrial sia intenzionato a cedere la quota dell’8,6% che detiene nel capitale di Bpm.

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Bonomi è a capo di Investindustrial e ritiene questi rumors completamente infondati. Il presidente del consiglio di gestione di Bpm ha ricordato che la durata media degli investimenti del fondo è di 7 anni, per cui non è in programma una exit strategy dalla banca milanese, anche se Bonomi ha dichiarato scherzando che “18 mesi in Bpm sono più intensi che altrove”. Per quanto riguarda la ricapitalizzazione, l’operazione dovrebbe avvenire tra settembre e ottobre prossimo. A metà luglio è atteso il risultato dell’ispezione di Bankitalia, che potrebbe chiedere il cambio della governance.

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L’obiettivo sarebbe quello di ridimensionare drasticamente il potere dei dipendenti-soci e dei pensionati nelle scelte strategiche future della banca. Secondo le ultime indiscrezioni di stampa, a Via Nazionale starebbero pensando anche a rimedi estremi: se entro fine 2013 la governance non sarà modificata, Bankitalia potrebbe sterilizzare i voti dei dipendenti-soci. Gli analisti finanziari sono convinti che il progetto di trasformazione in Spa possa nuovamente essere considerato dopo l’aumento di capitale, magari a partire dal prossimo autunno.