Investire in azioni europee a fine 2012 secondo Schroders

 Investire oggi in azioni europee potrebbe rivelarsi una scommessa vincente nel medio periodo secondo la prestigiosa casa di investimenti britannica Schroders. Il colosso del risparmio gestito e degli investimenti ritiene che le attività più rischiose, come l’azionario, sono oggi quelle maggiormente in grado di offrire una protezione del capitale e di garantire un rendimento adeguato nel lungo periodo, considerando l’attuale fase di mercato caratterizzata da tassi sui bond inferiori al tasso di inflazione sia negli Stati Uniti sia in molti paesi europei, come Germania e Regno Unito.

Secondo quanto affermato da Rory Bateman, responsabile delle gestioni azionarie europee della storica casa di investimenti londinese, le azioni europee hanno registrato un calo degli utili del 40% circa rispetto al 2008 mentre le quotazioni azionarie sono scese mediamente del 20% in questi ultim cinque anni. Secondo l’esperto le attuali valutazioni espresse sui mercati azionari europei non rappresentano il valore corretto di equilibrio. Dal 2008 il mercato azionario europeo ha sottoperformato del 28% rispetto a Wall Street.

Tuttavia, questo rendimento inferiore rispetto ai titoli quotati a Wall Street non deriva da valutazioni degli investitori effettuate sulla base di indicatori fondamentali, bensì a causa dell’aumento del premio per il rischio (risk premium), che ha raggiunto un massimo assoluto del 9%. L’azionario europeo è stato ritenuto un asset eccessivamente rischioso, in quanto la crisi dei debiti sovrani europei ha fatto salire lo stato di allerta su tutto ciò che era denominato nella moneta unica. Quando, però, gli investitori si accorgeranno che l’euro non fallirà, l’azionario europeo sarà uno degli asset preferiti dalla maggior parte dei gestori internazionali.

L’esperto di Schroders consiglia, però, di restare lontani dalle società ad alta crescita, che hanno raggiunti già livelli eccessivamente elevati. Bateman consiglia di scommettere su società del comparto industriale e appartenenti al settore del largo consumo con valutazioni attraenti e con un guro d’affari consolidato su scala globale. L’esperto consiglia di restare alla larga dai titoli bancari, che dovranno affrontare ancora “lunghi e penosi anni di ristrutturazione”.

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