Regno Unito: ancora insufficienti le misure contro la stagnazione

 L’economia del Regno Unito vive una preoccupante fase di stallo da ormai troppo tempo: è proprio per questo motivo che l’ultimo rapporto dello Ernst & Young Item Club ha messo in luce la necessità di un impegno urgente, soprattutto da parte di Bank of England, le cui iniezioni di liquidità (l’ultima ammontava a ben 75 miliardi di sterline) non sono più sufficienti da sole per la crescita. Le aspettative principali sull’economia britannica parlano chiaramente di una crescita del prodotto interno lordo di appena 0,9 punti percentuali nel corso di quest’anno, mentre nel 2012 dovrebbe essere pari all’1,5%, visto che gli investimenti imprenditoriali non sembrano fornire quel supporto di cui la crescita stessa avrebbe tanto bisogno.

In aggiunta, le esportazioni di Sua Maestà dovrebbero aumentare di meno del 6%, un reddito potenziale ancora una volta inferiore alle attese. In parole povere, occorre trovare un altro settore, oltre a quello dei servizi, che possa bilanciare in modo adeguato il sistema nazionale. Ma cosa dovrebbe fare esattamente la banca centrale inglese? Secondo lo stesso Item Club, l’outlook deve essere assolutamente migliorato e questo obiettivo può essere raggiunto con nuove misure che stimolino la crescita; in particolare, le imprese dovrebbero prestare la massima attenzione ai rischi potenziali e dotarsi di piani di contingenza volti a fronteggiare la volatilità attuale, tra le più alte della storia economica. Gli scenari poco incoraggianti della Gran Bretagna sono stati favoriti, senza dubbio, dalla crescente crisi del debito dell’eurozona, oltre che dalla congiuntura internazionale negativa.

Questi due fattori, infatti, hanno fatto in modo che l’export calasse contemporaneamente alla discesa della fiducia degli investitori. Un’ulteriore raccomandazione di questo report riguarda ovviamente le azioni governative: l’attenzione deve essere focalizzata sulla disoccupazione, magari si potrebbe intervenire con sostegni e licenziamenti meno facili, il tutto corredato da tagli dei tassi di interesse fino allo 0,25% da parte della stessa Bank of England.

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