In Europa è impossibile un piano Paulson, e questa crisi riporta in auge un nuovo protezionismo

 Dopo l’approvazione del piano Paulson in Senato e la probabile approvazione oggi o domani del decreto anche alla camera dei deputati, il salvataggio da 700 miliardi del Tesoro Usa avrà finalmente avvio, riuscendo forse a dissipare i timori di crollo di tutto il sistema finanziario, minato ormai nelle sue fondamenta. Da più parti si chiede un intervento simile anche per l’Europa, e secondo alcune indiscrezioni la Francia starebbe lavorando proprio ad un piano del genere, da circa 300 miliardi di euro. Ma da quanto si apprende la Germania si sarebbe già duramente opposta a interventi di questa porata, preferendo interventi personalizzati e nazionali. La verità è che il vecchio continente non può fare un piano del genere per almeno tre motivi. Primo perchè non esiste come entità finanziaria sovranazionale, che dispone di un bilancio federale e che può perciò far fronte ad un intervento di tale portata.

Secondariamente  perchè la comunita europea si è data regole restrittive e rigide che cozzano con un simile intervento straordinario di finanza pubblica, ed infine perchè sopratutto manca la volontà di intervenire tutti insieme senza guardare al piccolo interesse di bottega e a far quadrare i conti all’interno della propria nazione, sperando sotto sotto che gli altri stiano peggio di te. L’esempio più eclatante in questo senso si è verificato pochi giorni con il salvataggio Fortis, a cui sembrava disposta a venire in soccorso BnpParibas, una delle poche forse, insieme a Santander ad avere i bilanci abbastanza in ordine, ma l’interevento dei governi del Benelux ha fatto desistere dal tentativo i francesi. Insomma questa crisi rischia di avere come effetto in Europa un ritorno ad una sorta di protezionismo, con l’intervento statale per salvare i proprio istituti di credito dal fallimento ma anche e sopratutto dalla conquista di istituti esteri. Ecco perchè è impensabile pensare ad un intervento comune da parte di tutta l’Unione per salvare indiscrimanatemente tutti gli istituti aldilà della propria nazionalità. Ancora questa differenza sostanziale con l’unità degli Usa contro quella solo sulla carta dell’Europa, rischia di far pagare il conto più salato di una crisi economica proprio al vecchio continente.

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