Bruxelles indaga sul possibile cartello degli e-book

 Ormai non ci si stupisce più se i cartelli vanno a riguardare tutti i settori: l’ultima indagine a tal proposito è stata condotta a livello continentale dalla Commissione Europea, insospettita dalle situazioni ambigue che si erano venute a creare nell’ambito dei cosiddetti e-book e la loro commercializzazione in territorio comunitario. Che cosa è successo esattamente? Bruxelles ha di fatto avviato una inchiesta formale per accertare l’esistenza o meno di questo cartello, focalizzando la propria attenzione su diverse case editrici: si tratta, nello specifico, della Hachette, della Penguin, della Simon & Schuster, della Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck e della Harper, cinque società piuttosto affermate che si sarebbero rese protagoniste di questa situazione poco chiara.

In più, dettaglio non certo da trascurare, il sostegno fondamentale nello stringere l’accordo a cinque sarebbe stato fornito da Apple, una sorta di garanzia per dar vita ad intese anti-concorenziali dannose per il comparto europeo. La questione è piuttosto urgente, tanto che la stessa Commissione ha deciso di assegnarle la priorità più alta. L’intento del cartello è facilmente intuibile, visto che le cinque compagnie coinvolte si sarebbero unite per non avere altri concorrenti nella cessione di questi libri elettronici: l’inchiesta è partita dopo alcune ispezioni a sorpresa. Come anche accade nel nostro paese, cartelli di questo tipo sono assolutamente vietati a livello di Unione Europea; in effetti, essi sono proibiti a causa di quanto previsto dall’articolo 101 del Trattato, senza dimenticare il Regolamento Antitrust del 2003 a cui bisogna sempre far riferimento.

A questo punto, non è possibile affermare quando finirà l’istruttoria in questione, l’importante, però, è che sia cominciata. Le perquisizioni a sorpresa citate in precedenza hanno preso il via lo scorso mese di marzo, dunque sono già nove mesi che si indaga nel minimo dettaglio. Un contributo fondamentale, infine, è stato messo a disposizione dallo Uk Office of Fair Trading, il quale ha garantito tutta la propria esperienza nel settore.

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