Turchia rating non è più “junk” secondo Moody’s

 Continua l’ascesa della Turchia nella scala di valutazione del merito di credito delle principali agennzie di rating. Dopo aver ottenuto la promozione di Fitch lo scorso novembre 2012 a BBB-, arriva un nuovo upgrade che porta il rating di Ankara a “investment grade”. Infatti, Moody’s ha deciso di alzare il giudizio sul rating sovrano della Turchia a “Baa3” con outlook “stabile”. E’ lo stesso rating della Spagna, che però ha un outlook negativo. E’ la prima promozione ricevuta da Moody’s negli ultimi 20 anni, che toglie il paese dalla categoria “junk” (spazzatura).

Questa mossa di Moody’s apre la strada a forti investimenti diretti verso i bond turchi, visto che i grandi fondi pensione, assicurazioni e altri fondi di investimento sono obbligati a comprare solo bond con rating investment grade assegnato da almeno due delle tre grandi agenzie di rating internazionali. Moody’s ha apprezzato i miglioramenti strutturali dell’economia turca. In particolare sono stati premiati gli sforzi per ridurre il debito.

MOODY’S BOCCIA BPM A “JUNK” DOPO STOP ALLA SPA

Dall’inizio del 2009 Ankara ha diminuito il debito pubblico del 10%, portandolo al 36% del pil. Il debito in valuta estera è passato dal 43,4% del 2003 al 27,4% del 2012. La durata media del debito pubblico è aumentata da 4,6 a 9 anni: un livello che dovrebbe tranquillizzare ancor di più gli investitori esteri. Ora si aspetta anche l’upgrade di S&P, che mantiene ancora il giudizio BB+, un gradino sotto il livello di investment grade. Sul forex la lira turca si sta deprezzando, in vista di un nuovo taglio dei tassi della banca centrale di Ankara dall’attuale livello del 4,5%.

REGNO UNITO PERDE RATING TRIPLA A DI FITCH

La finanza turca sta vivendo un ottimo momento. La borsa di Ankara, che nel 2012 ha guadagnato più del 50%, è in deciso rialzo anche quest’anno. Da inizio 2013 guadagna il 18%. Molto bene anche l’obbligazionario. Il rendimento dei bond governativi a 2 anni (benchmark) è sceso al minimo storico del 4,61%, quando invece nel 2008 il tasso era addirittura sopra il 25%.