Soluzione al crack bancario: i conti dormienti

 I conti dormienti sono fondi detenuti da banche, da società finanziarie o dalla Posta per conto di cittadini che non sono a conoscenza di tali proprietà finanziarie. Come è possibile dimenticare il proprio denaro in questi tempi di crisi? Capita ed i motivi possono essere i seguenti: decessi improvvisi, perdita della capacità di intendere e di volere, mancata conoscenza da parte degli eredi del patrimonio finanziario del de cuius o addirittura banali dimenticanze.

Tuttavia questo denaro non é res nullius, è dei titolari dei conti o dei loro legittimi eredi. In questo caso però si potrebbe parlare di successione dello Stato. Presupposto della successione dello Stato è un’eredità vacante, fenomeno che ricorre quando, rispetto ad un bene appartenente ad un defunto, manca ogni successibile legittimo e testamentario. Condizione minima per avviare l’esproprio: non aver registrato nessun movimento volontario negli ultimi dieci anni, nemmeno un estratto conto. Escluse, quindi, tutte quelle operazioni automatiche come l’addebito Rid e altre forme di pagamento effettuate da terzi, come l’accredito dello stipendio o della pensione.

Un fiume di denaro nascosto, che ora lo Stato vuole recuperare. Ora il ministero del Tesoro ha intenzione di “risvegliare” destinandoli ad alcuni fondi come quello per le vittime dei crac bancari. Le somme che “dormono” non sono poche, le ultime stime li attestano a 1.071.590 di conti, per un valore complessivo di oltre 798 milioni di euro. Si tratta però solo di stime ed a quanto realmente ammonti il capitale dei conti dormienti, quindi, si saprà solo tra qualche tempo.

Il Tesoro ricorda che l’elenco dei conti dormienti è disponibile per la consultazione sul sito del ministero dell’Economia, disponibile per coloro che non hanno fatto sapere che intendono fare del proprio conto in banca, alle Poste o presso società assicurative o di intermediazione mobiliare. Se entro il 15 dicembre l’interessato non si farà vivo, i suoi soldi verranno automaticamente trasferiti sul “fondo depositi dormienti“.

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