Stellantis, quasi 4000 uscite volontarie

Per quanto riguarda Stellantis sono quasi 4000 le uscite volontarie e viene spontaneo continuare a chiedersi se l’azienda sia intenzionata davvero a rimanere in Italia.

Le uscite volontarie da Stellantis

Quel che spicca a un osservatore esterno è la promessa di rimanere sul territorio italiano con la produzione. Ma al contempo il fatto che continuino a essere incentivate le uscite volontarie dei dipendenti.

Un quadro, insomma, molto particolare e ancora non eccessivamente chiaro. L’Italia ha sempre rappresentato per la Fiat prima e per FCA dopo un punto fermo. Certo, non privo di difficoltà, ma sempre al passo con i tempi. Le conseguenze della pandemia sul settore automotive si sono fatte sentire e Stellantis non è stata da meno. Attualmente in diversi impianti vi è del personale in cassa integrazione.

Il fatto quindi che vi siano degli incentivi per uscite volontarie non stupisce. Ciò che crea generalmente malumore nei sindacati e non solo è il fatto che, mentre qui in Italia la situazione è in bilico, sembrano essere in atto investimenti all’estero.

Ovviamente il gruppo formato da FCA e PSA è liberissimo di applicare il proprio piano industriale come desidera. È impossibile però non notare che stabilimenti come Mirafiori stiano soffrendo la situazione in modo maggiore. Non si può parlare di esuberi perché in realtà non sono esuberi, essendo delle uscite volontarie, ma ciò non toglie il fatto che si parla di quasi 4000 unità. Pari a oltre l’8% del totale di lavoratori Stellantis in Italia.

Fiat al top dell’automotive per decenni

In un paese che della Fiat ha fatto un vanto per decenni e che per altrettanto tempo ha rappresentato il top dell’automotive, tutto ciò esterna una situazione di estrema incertezza. Soprattutto perché viene ripetuto continuamente, anche dal presidente John Elkann, che Stellantis non ha intenzione di lasciare l’Italia.

Allo stesso tempo però sembra che comunque l’impegno all’interno dei confini nazionali non sia lo stesso e che si stia cercando comunque di diminuire fortemente l’impegno occupazionale nel nostro paese. Ovviamente solo nei prossimi mesi sarà possibile verificare quale sia la reale situazione. Non di meno preoccupano i sindacati e non solo i diversi tentativi di trattativa, coinvolgenti anche il Governo, che ancora non sono stati in grado di essere risolutori.

Stellantis dal canto suo richiede maggiori investimenti sul settore dell’elettrico proprio per sostenere gli stabilimenti italiani. Tale richiesta, seppur legittima, non si sposa bene con l’evidente spinta verso l’estero degli investimenti del gruppo Italo francese. Giusto? È una domanda alle quali è necessario trovare una risposta. Soprattutto per tutti i lavoratori dei diversi marchi legati a Stellantis qui in Italia.