La Borsa di Madrid paga la crisi catalana

 La crisi catalana viene pagata dalla Borsa di Madrid con un’apertura a -1,4%, mentre e altre borse europee aprono tutte in positivo, dopo che Tokyo aveva chiuso con un +0,22%. Milano apre con un +0,13%, mentre meglio fa Londra con il +0,14%, e Francoforte, col un +0,31%. Parigi invece segna solo un +0,06%.
Wall Street, in chiusura, ha segnato nuovi record per tutti gli indici, e il dollaro continua a rafforzarsi su tutti i mercati, anche se con andamenti meno sostenuti rispetto alla settimana scorsa, quando le prime informazioni rilasciate sulla riforma fiscale avevano fatto volare il biglietto verde. Il giudizio su Trump è dunque positivo, anche se la posizione problematica del presidente lascia sempre i mercati sul piano della cautela. A favorire il dollaro anche le voci diffuse durante la settimana scorsa, che vorrebbero un avvicendamento ai vertici della banca centrale statunitense, per dare un’accelerata al rialzo dei tassi.
L’euro continua a scendere nei confronti del dollaro, e apre a 1,1765, scendendo dall’ultima chiusura a 1,1821. La coppia EUR/JPY è ora a 132,9.

Continua a salire lo spread tra il Bund e il Btp, ora a 173,9 punti, mentre i rendimenti a 10 anni si attestano al 2,221%. La Spagna paga la crisi catalana anche in questo caso, e lo spread tra Bund e Bonos e Bund segna 113,9 punti in apertura, con un rialzo superiore ai 7 punti. Il tasso a 10 anni per i titoli spagnoli è ora al 1,62%.