Telefonica ondata di dimissioni

Nuove dimissioni in Telefonica, oramai alle prese con un’emorragia difficilmente arginabile. Il presidente della segreteria generale della società, Luis Abril, uno degli uomini di massima fiducia del presidente del consiglio di amministrazione Cesar Aliera, ha infatti scelto di lasciare la compagnia, facendo quindi seguito alla identica decisione applicata da parte del responsabile delle risorse umane, dal numero 1 del controllo interno e dal capo del marketing.

Non solo: qualche mese prima aveva lasciato la compagnia José Álvarez-Pallete, presidente di Telefonica Europa e ancora prima del Latinoamerica. “Eva Castillo” – ricorda ancora il quotidiano La Repubblia cercando di ricostruire la vicenda – “ex Merrill Lynch è quindi subentrata a capo delle attività europee del gruppo spagnolo, compresa quella domestica mentre l’ex direttore finanziario Santiago Fernández Valbuena è stato spostato a capo delle attività sudamericane entrando anche in cda e ha scelto per il ruolo di cfo Eduardo Navarro”.

Insomma, il top management societario è stato praticamente sostituito nella sua interezza. Sebbene nel corso degli ultimi 12 anni tutti i vertici dei principali gruppi telefonici abbiano cambiato profondamente natura e orientamenti, quanto sta accadendo in Telefonica costituisce sicuro scalpore, visto e considerato che fino ad ora il gruppo si era tenuto debitamente alla larga da ribaltoni di ogni sorta.

“Il presidente che nel 2000 in quota al Partito Popolare di Josè Maria Aznar ha sostituito Juan Villalonga, è sopravvissuto ai cambi di governo sia con Zapatero che con Rajoy e in tutte le condizioni economiche” – ricorda infinatti il quotidiano – “Alierta ha guidato il rilancio e l’espansione estera di Telefonica, tra cui anche l’ingresso nel 2007 nel capitale di Telecom Italia, ma il presidente è anche il responsabile del debito contratto dal gruppo per la campagna di acquisizioni. Tre anni fa la poltrona di Alierta è stata messa in discussione per una vecchia causa che risale ai tempi in cui guidava l’ex compagnia di stato del tabacco, Tabacalera, in cui insieme al nipote sarebbe stato colpevole di insider trading. Ma la prescrizione del reato ha salvato ancora una volta il manager spagnolo che siede nel consiglio di Telecom”.

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