Stellantis in difficoltà? Tutto punterebbe verso una risposta affermativa. Certo appare perlomeno curioso che la presentazione del piano industriale sia stata spostata entro giugno 2026.
Il piano industriale Stellantis
Questa scelta è un po’ la cartina tornasole del periodo che l’azienda sta attraversando. Segnato da difficoltà finanziarie, sfide globali nel settore automotive e una forte necessità di ridefinire le proprie linee guida per il futuro. Il 2024 è stato un anno tutt’altro che semplice per Stellantis.
I ricavi netti sono calati rispetto al 2023 del 17%, attestandosi a circa 156,9 miliardi di euro, mentre l’utile netto si è ridotto drasticamente, fino a circa 5,5 miliardi. Gli utili operativi rettificati (AOI) hanno registrato un calo ancora più forte. E l’azienda ha affrontato un flusso di cassa negativo nel contesto industriale per circa 6 miliardi di euro.
Qualcosa che ha portato Stellantis a lavorare su riduzioni del magazzino, riduzione degli stock invenduti e ad adeguamenti nella produzione. Con tutte le conseguenze viste anche sull’occupazione.
Il 2025 non ha portato un sostanziale cambio di rotta. Nel primo semestre, Stellantis ha registrato una perdita netta di 2,3 miliardi di euro, e l’utile operativo corretto è precipitato. Le vendite in Nord America hanno subito un arresto, penalizzate da tariffe e rallentamenti.
L’arrivo di Antonio Filosa come amministratore delegato a giugno ha di certo messo Stellantis davanti alla necessità di ridisegnare la strategia e la struttura dirigenziale. E i cambiamenti fatti sono arrivati proprio per presentare il nuovo piano industriale. Il cui rinvio
con molta probabilità sottintende l’attuale sospensione di alcune scelte strategiche.
Tenendo conto anche della situazione italiana dove Stellantis ha previsto una contrazione significativa nella produzione nel 2025, stimata intorno al 32% rispetto a valori precedenti. Ricordiamo lo stabilimento di Termoli per il quale la cassa integrazione ha subito un estensione e le varie difficoltà che stanno attraversando anche gli altri impianti sul territorio.
Rivisto anche il rating sul debito
S&P ha poi declassato la valutazione del debito di Stellantis da “BBB+” a “BBB”, citando margini deboli e rischi legati ai dazi. Non si tratta di un buon segnale.
Il rinvio del piano industriale di Stellantis entro il giugno del 2026 è quindi probabilmente una mossa che riflette la volontà di prendersi il tempo necessario per capire meglio il mercato, riorganizzare l’assetto interno e presentarsi con una strategia credibile e solida.
Unico modo per rilanciare davvero l’azienda. Nel frattempo, il gruppo continua a operare lanciando nuovi modelli, ridisegnando le motorizzazioni e affrontando sfide strutturali complesse. Questo è ciò che sta comunicando. Bisognerà vedere nei prossimi mesi come tutto ciò si trasformerà in realtà.