Scende l’indice Ifo, segnali di rallentamento in Germania

 Sono stati pubblicati in mattinata i dati relativi all’indice IFO sul clima economico in Germania a luglio. I dati non sono confortanti, infatti il valore è sceso da 101,3 a 97,5 quando invece gli analisti si aspettavano 100,1. Quello di oggi è il valore più basso dall’11 settembre 2001.
Ma vediamo più da vicino com’è calcolato l’indice IFO e perché un valore basso ha generato preoccupazione.

Ogni mese a circa 7000 aziende tedesche dei settori manifatturiero, costruzioni, piccola e grande distribuzione viene chiesto un commento sulla situazione attuale dei loro affari e una previsione per i mesi a seguire. I giudizi possono variare dalla soddisfazione per le condizioni attuali e l’ottimismo per il futuro, alla insoddisfazione unita al pessimismo. I dati vengono poi elaborati e confrontati con quelli dell’ultimo anno. Se la situazione attuale segna un miglioramento rispetto al passato avremo valori superiori a 100, se invece vince il pessimismo scenderemo sotto tale soglia.
E’ in questa ottica che il 97,5 di oggi risulta essere un valore negativo, i manager delle aziende tedesche prevedono un peggioramento dell’economia.

L’istituto tedesco che calcola l’indice Ifo parla di fine, almeno temporanea, del periodo di ripresa della crescita in Germania notando che sono soprattutto i settori della piccola e grande distribuzione a dare segnali di rallentamento.
Anche questa volta il dito è puntato contro l’alto prezzo del petrolio e la debolezza del dollaro che non favorisce le esportazioni (in calo, secondo i dati pubblicati nelle prime settimane di luglio).

Come conseguenza della pubblicazione dell’indice Ifo questa mattina i principali indici azionari europei hanno registrato una brusca frenata arrivando in territorio negativo dopo un’apertura positiva.
Lepreoccupazioni per lo stato di salute dell’economia tedesca hanno determinato una discesa dei livelli dell’euro che viene scambiato sui minimi delle ultime due settimane a 1,567.
Scende anche il petrolio che continua la sua correzione portandosi intorno ai 125$ al barile.

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