Il colosso finanziario Royal Bank of Scotland, un tempo la maggior banca europea, restituirà entro fine maggio 75 miliardi di sterline ricevuti dallo stato britannico nel bel mezzo della recente crisi finanziaria. Rbs resterà ancora saldamente in mano pubbliche, ma soprattutto non distribuirà alcun dividendo per almeno un altro anno. Il ceo di Rbs, Stephen Hester, ha dichiarato a chiare lettere che non sarà distribuita alcuna cedola né ci saranno ulteriori segnali di normalizzazione societaria. Royal Bank of Scotland è controllata al momento per l’82% dal Tesoro britannico.
Nella seduta di venerdì aveva presentato dei buoni risultati trimestrali, andando ben oltre le più rosee aspettative. Infatti, l’utile operativo lordo è cresciuto del 5% a 1,18 miliardi di pound. Il dato deve essere considerato al netto delle poste contabili legate alle fluttuazioni dello spread sul debito, altrimenti Rbs avrebbe evidenziato una perdita di 1,4 miliardi di pound.
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I dati trimestrali diffusi dal ceo Hester hanno sorpreso gli analisti finanziari, che si aspettavano un utile ante imposte intorno agli 800 milioni di pound. Tuttavia, l’ipotesi di una normalizzazione dell’azionariato con ritorno in mani private resta ancora in alto mare. Per ora devono attendere anche gli sceicchi di Abu Dhabi, che sembrerebbero intenzionati a mettere mano al portafogli per 10 miliardi di sterline. Gli azionisti preferiscono non vendere ai valori correnti, cioè meno della metà di quanto pagato dallo stato nel corso dell’operazione di bailout.
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La doccia gelata è arrivata, però, dalla mancata assegnazione della cedola visto che il Tesoro ha sempre ribadito di voler incassare un utile o quantomeno limitare le perdite considerando che la banca è stata praticamente salvata dai contribuenti britannici. Intanto, Rbs ha fatto intendere di voler quotare in borsa Direct Line, la compagnia di assicurazionimolto attiva anche in Italia. E’ stata esclusa quindi la cessione al fondo Tungsten.