Depositi, Governo chiede garanzie all’Ue

E’ necessario usare a pieno i margini di bilancio per supportare la crescita. Il bazooka della Banca centrale europea, pur con misure straordinarie, si è sta infatti rivelando non sufficiente nell’attuale contesto di crescita e inflazione bassa.

Nero su bianco, il governo italiano ha messo in un documento elaborato dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, i temi del dibattito, spesso accesso, con l’Europa: flessibilità, banche e governance dell’Unione, che deve essere comunitaria e non soltanto a trazione tedesca o settentrionale.

Le proposte del Mef partono da una premessa: quella della “crisi senza precedenti” che sta affrontando il progetto comunitario. La replica di Roma, malgrado i toni ultimamente polemici contro i vertici di Bruxelles, va nella direzione di una maggiore integrazione. Sì dunque a un ministro delle Finanze comunitario. Lo stesso Ufficio europeo di bilancio, che dovrà lavorare di concerto con le analoghe istituzioni a livello nazionale, dal punto di vista della proposta Padoan, dovrà formulare le proprie analisi e raccomandazioni su base pan-europea.

Il governo chiede pertanto più simmetria negli aggiustamenti macroeconomici sottolineando come “l’eccesso di surplus nei conti pubblici siano dannoso tanto quanto l’eccesso di deficit”, (il riferimento è alla Germania) e insistendo affinché l’avanzo di bilancio sia investito a sostegno della crescita creando una situazione “favorevole per tutti”.

Allo stesso tempo fissa l’istituzione di uno schema comunitario di garazia sui depositi, che i tedeschi ancora non concedono,  tra le priorità per il completamento del’unione bancaria che possa contare “strumenti efficaci per la affrontare le crisi sistemiche”. Pertanto, si legge nel documento del dicastero di via XX Settembre, “un accordo per la condivisione del rischio è necessario per giungere a prospettive credibili di stabilità finanziara”. Cosa ancora più importante, continua il documento, la garanzia “aumenterebbe la fiducia, che è l’ingrediente chiave per il successo del sistema bancario e contribuirebbe quindi a ridurre i rischi”.