Banco Bpm tra Mps e Crédit Agricole

A quanto pare, Banco Bpm si troverebbe a essere oggetto del desiderio sia di Mps che di Crédit Agricole. Il risiko bancario italiano sembra non volersi fermare affatto.

Cosa succede con Banco Bpm

A prescindere dalle diverse mosse occorse, negli ultimi mesi si è fatto sempre più concreto l’interesse di Mps e di Crédit Agricole nei confronti di Banco Bpm. Qualcosa che tra le altre cose sta riaccendendo il dibattito sul rischio bancarizzazione e sulle possibili mosse nel settore finanziario italiano.

Il punto cruciale è capire cosa vogliono davvero questi attori e quali scenari potrebbero emergere per Banco Bpm. Ragionando sugli assetti una delle prime cose che è possibile notare è il forte engagement di Crédit Agricole, già grande azionista di Banco Bpm. La banca francese ha incrementato la sua partecipazione fino ad arrivare al 20,1%.

Qualcosa occorso attraverso i derivati: l’istituto francese ha chiesto l’approvazione della Banca Centrale Europea per portare la propria quota sopra il 20%. Dobbiamo però sottolineare che i vertici del gruppo d’oltralpe hanno più volte sottolineato di non voler lanciare un Opa (offerta pubblica di acquisto) o controllare totalmente Banco Bpm.

Dall’altra parte abbiamo però Mps che da quel che si intuisce non vedrebbe male una possibile fusione con la banca di Castagna che, dal canto suo, considera una possibile fusione con Mps “una delle altre opportunità”.

In passato, Banco Bpm aveva acquisito una quota significativa di Mps (circa il 9%) ritenuto da tutti come possibile apertura a una collaborazione più importante. Detto ciò, Castagna ha precisato che al momento non ci sono operazioni definitive in corso con Siena, sottolineando che ogni decisione futura dovrà essere valutata con attenzione.

Nessuna intenzione di scalata aggressiva

Politicamente una potenziale fusione di questo genere potrebbe essere vista come una strategia di consolidamento sostenuta dal Tesoro italiano per rafforzare un “terzo polo” bancario domestico.

L’interesse di Crédit Agricole, a ogni modo, secondo gli analisti sarebbe strategico anche dal punto di vista industriale. Secondo l’ad Castagna esistono sinergie concrete tra Banco Bpm e Crédit Agricole in Italia, soprattutto nelle linee di business come il credito al consumo e l’assicurazione danni.

Una collaborazione di questo genere potrebbe permettere a Banco Bpm di rafforzarsi in certi mercati, mantenendo allo stesso tempo un forte legame con un investitore che ha già esperienza in Italia e ha fiducia nell’istituto. Il possibile consolidamento, quindi, non appare solo come una manovra finanziaria, ma come parte di un più ampio disegno industriale per creare un polo bancario competitivo, capace di operare con forza sia a livello nazionale sia europeo.

Rimane però molta prudenza. Nonostante l’interesse, i protagonisti sottolineano che non vogliono una scalata aggressiva, ma preferiscono una crescita ordinata e sostenibile. Staremo a vedere.