Nuova indagine su Deutsche Bank

 Stando a quanto riportava, pochi minuti fa, il quotidiano La Stampa nella propria edizione online, la Bundesbank avrebbe avviato un’inchiesta nei confronti della Deutsche Bank. L’indagine verso la principale banca tedesca sarebbe finalizzata ad accertare la veridicità delle accuse mosse da tre ex dirigenti della stessa banca, che sostengono che l’istituto avrebbe nascosto perdite comprese tra i 4 ed i 12 miliardi di dollari su contratti derivati complessi fra il 2007 ed il 2009.

A sua volta il quotidiano italiano cita le rilevazioni compiute dal quotidiano britannico “Financial Times“. Rumors che per il momento non sono stati confermati dalla Banca centrale tedesca, ma che farebbero seguito a  un’indagine di fine 2012 promossa dalla Sec, l’organo che vigila sul mercato statunitense.

Secondo il giornale inglese – rivelava il quotidiano torinese – “la Bundesbank avrebbe programmato una serie d’incontri a New York la prossima settimana per avere delucidazioni in merito alla vicenda. Deutsche Bank nega ovviamente ogni tipo di accusa, affermando di aver già sottoposto il caso ad un’accurata indagine condotta da uno studio legale incaricato dallo stessa banca. I derivati “incriminati”, del valore di 130 miliardi di dollari, non sarebbero stati valutati in modo corretto, escludendo volutamente le perdite avute con il collasso dei mercati al culmine della crisi” (vedi anche la recente sentenza di condanna di 4 banche per i derivati).

In particolare, i contratti al centro della vicenda sarebbero i c.d. “leverage super senior trades”, prodotti finanziari nei quali l’istituto di Francoforte era leader e che permettevano ad un investitore di proteggersi dall’eventualità d’insolvenza di un gruppo di società ritenute fra le più sicure, “poiché erano costruiti in modo da replicare la tranche più alta di una Cdo”.

Tra le caratteristiche fondamentali del contratto, il fatto che chi investiva poteva fornire solamente 100 milioni di dollari a titolo di collaterale, per una transazione del valore complessivo di 1 miliardo di dollari, e poterne uscire senza la consegna di un nuovo collaterale.

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